Somalia, nel 2022 aumentati i raid aerei statunitensi

di claudia
aerei usa

di Enrico Casale

Gli attacchi aerei statunitensi in Somalia sono aumentati del 30% nel 2022, anno in cui l’amministrazione Biden ha aumentato il coinvolgimento degli Usa nel Paese del Corno d’Africa. Il Pentagono ha condotto 15 attacchi aerei nel 2022 su basi di al-Shabaab, la milizia jihadista legata ad al-Qaeda, secondo quanto riporta il tracker del Long War Journal, e i raid avrebbero ucciso almeno 107 combattenti fondamentalisti.

Gli Stati Uniti conducono operazioni militari contro al-Shabaab in Somalia dal 2007. L’anno scorso, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annullato un provvedimento dell’amministrazione Trump che imponeva a Washington di ritirare le truppe statunitensi dal Paese. La decisione dell’amministrazione Biden è arrivata mentre l’Unione africana stava ponendo termine alla sua missione in Somalia e mentre la minaccia rappresentata da al-Shabaab sembrava stesse aumentando. Attualmente, Africom, il comando Usa per l’Africa, stima che il gruppo militante abbia da 5.000 a 10.000 combattenti e controlli il territorio nella Somalia meridionale e centrale.

Negli ultimi mesi, al-Shabaab ha lanciato una nuova ondata di attacchi. Mercoledì, il gruppo legato ad al-Qaeda ha rivendicato la responsabilità di un doppio attentato suicida nella regione somala di Hiran che ha ucciso almeno dieci persone. L’anno scorso è stato particolarmente sanguinoso. Più di 100 persone sono morte a ottobre quando due autobombe sono esplose in un trafficato incrocio di Mogadiscio. Ad agosto, al-Shabaab ha lanciato un assedio di un giorno contro un hotel di Mogadiscio che ha provocato la morte di oltre 20 persone. Di fronte a questa violenza, il governo di Mogadiscio ha lanciato una serie di offensive per sottrarre terreno ad al-Shabaab soprattutto nelle regioni centrali. Offensive che, secondo il governo somalo, stanno producendo effetti. Proprio il governo ha annunciato sabato, per la prima volta, che al-Shabaab ha chiesto negoziati diretti con l’esecutivo.

Alcuni parlamentari statunitensi hanno espresso preoccupazione per la campagna militare statunitense in Somalia, che è stata condotta sulla base dell’autorizzazione all’uso della forza militare del 2001, approvata in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre. Le successive amministrazioni statunitensi hanno utilizzato questo provvedimento per approvare l’azione militare in Paesi come Afghanistan, Yemen e Gibuti, nonostante nessuna dichiarazione formale di guerra sia stata sottoposta al Congresso. A dicembre, inoltre, la deputata democratica Sara Jacobs e la senatrice Elizabeth Warren hanno inviato una lettera al Pentagono sostenendo che il Dipartimento della Difesa stava sottostimando le vittime civili in Somalia.

La Somalia, sconvolta da decenni da crisi politiche e lotte intestine, è diventata anche un teatro di competizione per gli attori regionali. La Turchia ha addestrato migliaia di forze governative somale nell’ultimo decennio e ha la sua più grande base militare all’estero a Mogadiscio. Gli analisti affermano che anche Qatar ed Emirati Arabi Uniti sono attivi nel Paese, addestrando e reclutando i propri combattenti.

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