Tocco in testa e tutti in divisa bianca, circa 130 studenti dell’Università pubblica di Mogadiscio hanno ricevuto lunedì il diploma di laurea. Una scena del genere non avveniva dal 1990, come ricorda africanews, anno in cui la Somalia sprofondò in una violenta guerra civile.
Tutta l’élite dell’amministrazione somala, guidata dal presidente Mohamed Farmajo, si è riunita lunedì all’Università nazionale della Somalia per questa occasione. Senza dubbio per essere testimoni oculari della nuova era che si apre in questo ateneo, il più antico del Paese del Corno d’Africa.
Questi laureati in legge, educazione, economia e agricoltura compongono il primo gruppo di laureati dalla riapertura dell’università e il ventesimo dalla sua fondazione.
Molti studenti infatti dovettero sospendere gli studi allo scoppio della guerra civile che seguì la cacciata dell’allora leader Siad Barre nei primi anni Novanta. A questi anni di violento conflitto è seguita la minaccia dei militanti jihadisti di al-Shabaab, che hanno fatto dell’istruzione occidentale un nemico da abbattere.
L’allontanamento degli islamici da Mogadiscio, grazie agli sforzi coordinati del governo somalo e della forza militare dell’Unione Africana (Amisom), ha favorito la riapertura di alcune istituzioni, inclusa l’università pubblica nel 2014. Oggi le autorità sperano di aver reinizializzato un circolo virtuoso che vedrà la nascita di diverse generazioni di intellettuali somali.
Fondata nel 1954 sotto l’Amministrazione fiduciaria italiana, l’Università nazionale somala è in effetti un’istituzione di riferimento che ha formato la maggior parte dei migliori funzionari pubblici del Paese.