Almeno 60 miliziani del gruppo jihadista al Shabaab sono stati uccisi in un raid aereo condotto venerdì scorso dalle forze speciali degli Stati Uniti nella città di Harardera, nella provincia centrale somala di Mudugh. È quanto reso noto oggi in un comunicato dal Comando Usa per l’Africa (Africom) e rilanciato da Agenzia Nova, secondo cui l’attacco non ha provocato alcuna vittima fra i civili.
L’attacco, si legge nella nota, è il più duro condotto dalle forze speciali Usa dopo quello che il 21 novembre 2017 provocò la morte di oltre 100 miliziani islamisti a nord-ovest di Mogadiscio. Altri 14 combattenti al Shabaab erano morti in altri tre raid condotti nelle ultime settimane nella regione meridionale del Basso Giuba, mentre il mese scorso un altro raid era stato effettuato nei pressi della città di Mubarak, a pochi chilometri dalla capitale Mogadiscio, in risposta ad un attacco contro un convoglio di militari somali e statunitensi. In quel frangente due miliziani erano stati uccisi e un terzo era rimasto ferito.
Gli Stati Uniti hanno intensificato negli ultimi mesi le loro incursioni aeree nelle aree della Somalia ancora sotto il controllo degli insorti jihadisti, dopo che alla fine dello scorso anno il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha presentato alla Casa Bianca un piano militare che prevede almeno altri due anni di operazioni di combattimento contro i miliziani jihadisti in Somalia. Secondo quanto rivelato da fonti della Difesa Usa citate dal quotidiano “New York Times”, si tratterebbe del primo piano ideato dall’entrata in vigore del decreto firmato nel marzo 2017 dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per regolamentare gli attacchi con droni e le incursioni delle forze speciali in contesti al di fuori dei campi di battaglia convenzionali.