Sovrapopolazione elefanti, al via trasferimento in Malawi

di Enrico Casale
elefante

Almeno 250 elefanti saranno trasferiti da Liwonde al Parco Nazionale di Kasungu, in Malawi, entro la fine di luglio. Lo si apprende dalla stampa locale e internazionale. Il trasferimento mira ad affrontare il problema dell’eccesso di esemplari registrato a Liwonde, dove i casi di randagismo degli elefanti nelle comunità umane intorno al parco stanno diventando preoccupanti secondo quanto riportato dalle medesime fonti.

Si tratta del secondo trasferimento in tre anni, con 300 elefanti portati nella Nkhotakota Game Reserve nel 2019. La specie era quasi scomparsa nel Parco nazionale di Kasungu, nel Malawi centrale, con circa 50 esemplari rispetto ai 1.200 di circa 50 anni fa, soprattutto a causa del bracconaggio per l’avorio.

A Liwonde, il bracconaggio è quasi scomparso e gli elefanti sono ormai in numero eccessivo. Saranno trasportati anche altri animali, come bufali, impala e persino facoceri.

Nel 2016 e nel 2017, 520 elefanti sono stati trasferiti dal parco di Liwonde per alleggerire la pressione sul loro habitat e ridurre il conflitto con gli esseri umani. “Il numero di elefanti è in aumento, il che mette sotto pressione le risorse naturali del parco e crea situazioni di conflitto con le comunità locali”, ha sottolineato l’organizzazione di conservazione African Parks nello stesso comunicato stampa.

Il Malawi ospita circa 2.000 elefanti. Nell’Africa meridionale è presente il 70% della popolazione del continente. Alcuni Paesi della regione, come lo Zimbabwe, dove la popolazione è in aumento e gli incidenti mortali con gli uomini sono aumentati, chiedono la revoca del divieto globale sul commercio dell’avorio.

In altri Paesi africani, tuttavia, la situazione rimane critica dopo decenni di bracconaggio. Secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), l’elefante della savana (Loxodonta Africana) è “in pericolo” e il suo cugino più piccolo, l’elefante della foresta (Loxodonta Cyclotis), è “in pericolo critico di estinzione”.

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