«Mi sono offerto volontario per aiutarli, visto che non avevano proprio nulla e dormivano sui cartoni. Non sono qui per combattere una guerra morale, sociale, di razza o colore. Ho inviato il denaro necessario affinché abbiamo un tetto sotto cui dormire, da mangiare e vestiti puliti».
L’ex attaccante della Lazio Keita Balde, nato in Catalogna ma di origini senegalesi (infatti gioca nella nazionale del paese africano), annuncia su Instagram di aver vinto la sua personale battaglia contro razzismo e pregiudizi, e di aver trovato un tetto a 90 dei 200 braccianti di origine africana a cui nessuno voleva dare ospitalità a Lerida, in Spagna, nonostante le garanzie di pagamento offerte dal calciatore.
Nei giorni scorsi, dopo che varie strutture avevano rifiutato i lavoratori, Keita (che adesso gioca nel Monaco) si era sfogato via social spiegando di stare lottando «per procurare un tetto a chi non lo ha. Siamo in un sistema sgradevole e brutto, in cui affittare una casa o altro genera problemi per il colore della pelle o per il fatto di essere di un altro Paese. Non mi arrenderò e manterrò la mia promessa costi quel che costi! Vi chiedo un po’ di pazienza e forza». «Abbiamo offerto di pagare in anticipo l’alloggio per 4 mesi – aveva spiegato -ma la maggior parte di ostelli, hotel e alberghi si erani rifiutati per la provenienza delle persone. È un chiaro caso di razzismo».
Fonte: Ansa