Spotify, servizio di streaming musicale, ha annunciato che nei prossimi giorni verrà lanciato in altri 39 Paesi del continente africano: a darne notizia è la piattaforma stessa anche attraverso la sua pagina Twitter. Ad ora Spotify in Africa è disponibile solo in Sudafrica e negli stati nordafricani.
Nel frattempo, però, è stato creato nel continente lo Spotify cento per cento africano: si chiama Mdundo e ha sede in Kenya la piattaforma di riproduzione musicale ormai disponibile in tutta Africa per gli ascoltatori e gli artisti del continente.
Nata da un progetto del danese Martin Nielsen, Mdundo ha l’ambizione di colmare il vuoto lasciato dalle più note Spotify o Apple Music, fino ad oggi solo parzialmente disponibili. Nielsen ha voluto creare un’alternativa per l’Africa trascurata dai giganti dello streaming globale. Il servizio è disponibile in tutto il continente, anche se fino a poco tempo fa si concentrava principalmente sulla regione orientale.
“Crediamo che se crei un prodotto abbastanza interessante per gli utenti, questi si allontaneranno dallo streaming illegale e saranno garantiti gli interessi dei titolari dei diritti ” ha spiegato l’imprenditore alla Cnn Business.
Secondo la Confederazione internazionale degli autori e dei compositori, i suoi membri africani hanno raccolto solo 72 milioni di euro (88 milioni di dollari) in tasse di licenza musicale durante il 2018, meno dell’1% del totale globale.
Mdundo, che significa “ritmo” in swahili, si sta concentrando sul suo modello gratuito, in cui gli utenti scaricano, invece che in streaming, la musica di 80.000 artisti gratuitamente. Prima di ogni traccia viene riprodotto uno spot pubblicitario da cinque a 10 secondi.
I Paesi che invece potranno, a breve, usufruire di Spotify: Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Capo Verde, Camerun, Ciad, Comore, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eswatini, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Kenya, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Ruanda, Sao Tome e Principe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe