Stati Uniti – L’Onu approva il Patto sui rifugiati

di Enrico Casale
rifugiati

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato a grande maggioranza un Patto globale che riguarda i 25 milioni di rifugiati nel mondo. Il voto si è tenuto ieri, 17 dicembre. Solo Stati Uniti e Ungheria, proclamando la necessità di tutelare la loro integrità e sovranità nazionale, si sono opposte a questo testo non vincolante, che dovrebbe consentire una migliore cooperazione tra gli Stati membri e aiutare i Paesi ospitanti.  

A differenza del Patto di Marrakesh sulle migrazioni, il Patto per i rifugiati in fuga dalla guerra o dalle persecuzioni non ha provocato proteste generalizzate ed è passato relativamente inosservato. Tuttavia è un testo essenziale: negoziato negli ultimi 18 mesi a Ginevra, fa leva sulla Convenzione del 1951 per il diritto dei rifugiati rafforzata dalla cooperazione internazionale.

I numeri parlano da soli: l’85% dei rifugiati vive nei Paesi più poveri. E solo 10 Paesi ospitano oltre il 60% dei 25 milioni di rifugiati nel mondo. Grazie a questa intesa,, 6,5 miliardi di dollari saranno mobilitati per fornire ai rifugiati cure migliori, in particolare in termini di istruzione e salute, nonché per aiutare i Paesi più poveri a gestire meglio la loro accoglienza e se del caso, ritorna nei Paesi di origine.

Di fronte a una vasta crisi di profughi e migranti sul confine meridionale, gli Stati Uniti si sono opposti a questo patto. Ma hanno assicurato che continueranno a sostenere il lavoro dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati offrendo un contributo di 1,6 miliardi di dollari.

L’Alto Commissario per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha salutato l’accordo come un’intesa storica, nonostante le opposizioni.

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