La Francia ha «pesanti e schiaccianti responsabilità» sul genocidio in Ruanda del 1994. Ad affermarlo è un rapporto redatto da un gruppo di storici francesi presentato al presidente francese Emmanuel Macron. Nella rapporto si afferma che la Francia è stata «cieca» di fronte ai preparativi per il genocidio, anche se non sono state trovate prove della complicità francese.
Il team, nominato dallo stesso Macron due anni fa, ha avuto accesso agli archivi presidenziali, diplomatici, militari e dell’intelligence. Tra gli archivi ci sono quelli di Mitterrand, che aveva stretti legami con l’ex presidente ruandese Juvénal Habyarimana, un hutu. Dall’analisi di questi dossier è emersa la responsabilità proprio dell’allora presidente francese, François Mitterrand, per «un fallimento» della politica nei confronti del Ruanda nel 1994.
I risultati dello studio sono stati resi pubblici dopo anni di segretezza ufficiale francese sui legami con gli hutu che governavano il Ruanda quando, nell’aprile-giugno 1994, scoppiarono gli incidenti che portarono alla morte di 800.000 persone, in prevalenza di etnia tutsi o hutu moderati, uccisi da squadre di estremisti hutu.
Il Ruanda, che ha a lungo accusato la Francia di complicità, ha detto di accogliere la relazione. Il governo di Kigali ha detto che questo rapporto «rappresenta un passo importante verso una comprensione comune del ruolo della Francia nel genocidio contro i tutsi».