È stato raggiunto in Sud Sudan l’accordo per la “spartizione” del governo dei dieci Stati del Paese ponendo fine, così, a mesi di stallo. Sarà dunque finalmente attuato il patto siglato nel 2018. Il presidente Salva Kiir e il primo vicepresidente Riek Machar si sono incontrati a Juba dove hanno concordato una nuova formula per l’assegnazione degli Stati. Lo ha reso noto l’ufficio stampa presidenziale attraverso una nota.
In base al nuovo accordo, il partito del Movimento di liberazione popolare (SPLM) del presidente Kiir prenderà il controllo di sei stati, mentre il Movimento di liberazione popolare di opposizione del Sudan di Machar (SPLM-IO) ne prenderà tre. E il restante sarà dato all’Alleanza di opposizione del Sud Sudan (SSOA). I due leader hanno anche concordato di convocare un altro incontro per discutere la nomina dei governatori dello stato. Lo ha reso noto la presidenza.
I firmatari del patto del 2018 avrebbero dovuto istituire governi statali insieme al governo di transizione di unità nazionale il 22 febbraio, ma il processo è stato ritardato per l’incapacità delle parti di raggiungere un accordo credibile. Dal canto proprio la missione delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace in Sud Sudan aveva avvertito, all’inizio di questo mese, che l’assenza di una leadership politica a livello degli Stati avrebbe minacciato il già fragile accordo di pace portando a un aumento della violenza intercomunitaria in tutto il Paese dell’Africa Orientale.