Hanno preso il via ieri in Kenya i colloqui di pace tra il governo e i gruppi ribelli del Sud Sudan con l’appello per la fine del conflitto che devasta il Paese da anni.
I negoziati, che passano da Roma a Nairobi, sono stati rinominati Iniziativa Tumaini, e sono guidati dall’ex comandante dell’esercito del Kenya Lazurus Sumbeiywo, che ha anche mediato l’accordo globale di pace del 2005 che ha aperto la strada all’indipendenza del Sud Sudan. Le discussioni si concentreranno sui gruppi che non erano firmatari dell’accordo del 2018 che ha posto fine a una guerra civile durata cinque anni.
Il presidente keniano William Ruto ha affermato che il processo di mediazione mira a porre fine al conflitto e all’instabilità politica nel Sud Sudan perché è inclusivo e sviluppato internamente. “Questa iniziativa esemplifica la politica panafricana di soluzioni africane alle sfide africane, contribuendo all’iniziativa ‘Silencing the Guns in Africa’ e promuovendo un ambiente per lo sviluppo trasformativo nel Sud Sudan, nella nostra regione e nell’intero continente africano”, ha affermato in una dichiarazione rilasciata dalla presidenza.
Il presidente keniano ha lodato i progressi compiuti dal governo di transizione di unità nazionale, dal Movimento di liberazione popolare del Sudan (Splm) e dal Fronte unito del Sud Sudan nel processo di mediazione. Ruto ha affermato che il Kenya è pronto a contribuire a porre fine al ciclo di conflitti e instabilità in Sudan in modo che il suo popolo possa raggiungere la pace e la prosperità per le quali ha a lungo lottato.
Al lancio della mediazione di alto livello per il Sud Sudan hanno partecipato il presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat (foto di apertura) e i presidenti dei Paesi della regione tra cui Lazarus Chakwera del Malawi, Hakainde Hichilema dello Zambia, Nangolo Mbumba della Namibia e Faustin-Archange Touadera della Repubblica Centrafricana, tra gli altri.
Kiir ha detto di sperare che la mediazione dia risultati positivi in vista delle elezioni generali del Paese entro la fine dell’anno. “Ci auguriamo che i gruppi di opposizione abbiano una convinzione e un desiderio simili per la pace in Sud Sudan, che, una volta pienamente raggiunta, porterà stabilità eterna e sviluppo economico nella regione”.