Ieri dieci militari sud sudanesi sono stati condannati con pene che vanno da sette anni di reclusione fino all’ergastolo per aver ucciso un giornalista e stuprato cinque membri del personale umanitario nel luglio 2016 all’interno del Terrain Hotel nella capitale Juba. Secondo quanto riferisce la BBC i fatti risalgono a quando nella città riesplosero i combattimenti fra le parti coinvolte nel conflitto civile provocando la morte di almeno 73 persone.
Il giornalista ucciso si chiamava John Gatluak e lavorava per una radio comunitaria locale. La Corte ha anche stabilito che il governo sud sudanese dovrà pagare un risarcimento di 4000 dollari ad ognuno dei sopravvissuti alle atrocità. Un rapporto dell’Onu successivo a quei accadimenti ha accusato i Caschi Blu di non aver risposto alle richieste di aiuto lanciate dall’hotel. La missione Onu UNMISS è presente nel paese con 13mila uomini. I fatti dell’hotel hanno contribuito al licenziamento del generale keniano Johnson Mogoa Kimani Ondieki, allora a comando della missione.
L’esercito sud sudanese e i ribelli sono stati accusati in diverse occasioni di atrocità commesse durante il conflitto scoppiato nel 2013, ma questo è stato l’attacco più grave ai danni di stranieri. Si tratta anche della prima volta che dei soldati vengono condannati per aver commesso delle violenze nella nazione più giovane del mondo che ha ottenuto l’indipendenza solo nel 2011.
Il Sud Sudan è dilaniato dalla guerra civile dopo che il presidente Salva Kiir ha accusato l’allora suo vice Riek Machar di aver pianificato un colpo di stato contro di lui. Da allora gli scontri hanno causato migliaia di vittime e sfollati. Glimoperatori umanitari sono spesso presi di mira dai belligeranti il che rende molto difficile portare soccorso ai civili. Più di 100 cooperanti sono stati uccisi dallo scoppio del conflitto. Secondo l’ultimo rapporto Global Trends, pubblicato a giugno dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), il Sud Sudan è infatti il primo paese africano per provenienza dei rifugiati, passati dagli 1,4 milioni di inizio 2017 ai 2,4 milioni di fine anno.
Una settimana fa il leader dei ribelli sud sudanesi Riek Machar ha finalmente firmato l’accordo di pace con il governo di Juba. L’intesa, che prevede un periodo di transizione e di condivisione del potere, dovrebbe porre fine alla guerra civile.