Sud Sudan – Emergenza profughi: l’intervento del Cuamm

di Enrico Casale
profughi in sud sudan

Continua l’impegno di «Medici con l’Africa Cuamm» per aiutare gli sfollati della Contea di Mundri East, in Sud Sudan. Il Cuamm sta collaborando con le autorità locali per rispondere alle emergenze chirurgiche e ostetriche presso l’ospedale di Lui e si sta facendo carico della fornitura e distribuzione di farmaci e materiale di consumo. Indispensabile è stato l’avvio con le autorità sanitarie locali di una valutazione della situazione degli sfollati, che ha riguardato le località di Lozoh e Witto, dove sono stati stimati circa 14 mila sfollati provenienti per lo più da Mideh, Buagyi, Lanyi e Lui, dove erano state saccheggiate case, mercati e unità sanitarie. La loro presenza ha portato ad un aumento del numero di casi di malaria e di diarrea anche in considerazione delle condizioni igieniche sempre più precarie causate dal sovraffollamento.
In una nota inviata all’Agenzia Fides, Fabio Manenti, medico e responsabile dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm, recentemente in missione in Sud Sudan, racconta: «In un contesto così fragile e difficile, il nostro impegno come Cuamm rimane quello di portare aiuto ai più poveri. Penso agli sfollati di Lui, da mesi senza riserve di cibo, lontani dall’attenzione dei grandi della terra, ma così reali e concreti per i nostri medici, infermieri, cooperanti impegnati in prima linea». Di fronte a questa grave crisi umanitaria, il Cuamm ha pianificato un intervento rivolto sia alle comunità che alle unità sanitarie della Contea. Dallo scorso ottobre un team composto da personale dell’ospedale di Lui, vaccinatori e operatori delle unità sanitarie locali, ha realizzato delle campagne di cliniche mobili per portare agli sfollati beni di prima necessità e coinvolgerli in incontri di educazione sanitaria, vaccinazioni e screening dello stato nutrizionale, in particolare dei bambini. Nonostante la situazione sia ancora instabile, i medici riescono a svolgere le attività nel territorio e a distribuire materiale sanitario, zanzariere trattate e vaccini alle unità sanitarie in funzione e allo stesso ospedale di Lui. Le persone rifugiate stanno rientrando poco a poco nelle proprie case, anche solo per trascorrervi la notte.
(27/02/2016 Fonte: Fides)

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