Gli osservatori della pace del Sud Sudan hanno votato ieri all’unanimità per estendere il governo di transizione di due anni. Charles Tai Gituai, presidente ad interim della Commissione congiunta di monitoraggio e valutazione rivitalizzata (R-Jmec), ha affermato che due terzi dei membri votanti della commissione hanno approvato l’estensione secondo le procedure stabilite nell’accordo rivitalizzato sulla risoluzione del Conflitto in Sud Sudan.
Tra i membri che non hanno votato ci sono Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia che hanno chiesto una consultazione di tre mesi tra le parti e i garanti dell’accordo prima di qualsiasi proroga. Tai ha spiegato che la proroga di 24 mesi richiederà ora la ratifica da parte dell’Assemblea legislativa nazionale di transizione ricostituita e ha esortato le parti dell’accordo a portare avanti il dialogo e collaborare per rafforzare la ricostruzione della fiducia nel processo di pace adottando misure concrete per affrontare tutti gli ostacoli. La Troika si è rammaricata in una nota “che il governo non abbia colto l’occasione per un impegno significativo con la società civile e altre parti interessate dell’accordo, che riteniamo aumenti le possibilità di un’attuazione di successo”.
Nicholas Haysom, il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Sud Sudan, che funge anche da capo dell’Umiss, ha affermato invece che l’Onu sostiene l’accordo sulla tabella di marcia raggiunto dai partner di pace, specificando però che l’estensione del periodo di transizione non deve sminuire l’urgenza necessaria per affrontare le questioni in sospeso. “Sosteniamo l’accordo dei sud-sudanesi sull’estensione, esortando al contempo gli sforzi continui per coinvolgere qualsiasi altra parte interessata attraverso un’efficace attuazione dei restanti parametri di riferimento chiave e assicurando che venga creato un ambiente favorevole per una condotta libera, equa e credibile elezioni al termine del periodo prolungato”, ha concluso.
Le parti in conflitto in Sud Sudan ad agosto hanno prorogato la durata del governo di due anni da febbraio 2023 a febbraio 2025 per consentire la risoluzione dell’attuazione delle questioni in sospeso prima dello svolgimento delle elezioni, previste al termine del periodo di transizione.
Il Sud Sudan è caduto in una spirale di violenza nel dicembre 2013, due anni dopo l’indipendenza dal Sudan, a seguito di una disputa politica tra il presidente Salva Kiir e il suo allora vice Riek Machar, che ha portato alla morte e allo sfollamento di milioni di civili nella repubblica più giovane del mondo. Le statistiche dell’Onu indicano che oltre 2 milioni di persone sono state sfollate a causa del conflitto che si è placato durante la mediazione di pace della comunità internazionale, culminata con l’istituzione di un governo transitorio di unità nazionale nel febbraio 2020.