Le forze del governo del Sud Sudan hanno circondato la residenza del primo vicepresidente Riek Machar nella capitale Juba. Lui e i suoi soldati temono per la propria vita. Lo hanno confermato funzionari sud sudanesi vicini a Machar al Sudan Post
La residenza dell’ex leader ribelle è stata sottoposta a controlli di sicurezza “intensi e pesanti” e i cittadini sono stati allontanati da tutte le strade adiacenti a partire da ieri. Diversi testimoni hanno affermato che, a circondare l’abitazione di Machar, sono stati elementi del Servizio di sicurezza nazionale (Nss) del Sud Sudan e delle forze di difesa del popolo del Sud Sudan (Sspdf).
In una dichiarazione, il Movimento di liberazione del popolo sudanese all’opposizione (Splm/A-Io ) – la fazione di Machar – ha riferito che la capitale del Sud Sudan, Juba, si trova al momento in una situazione di sicurezza precaria e ha chiesto aiuto agli attori regionali e internazionali. “Vorremmo informare il pubblico in generale, la Comunità internazionale, l’Unione africana, la Troika, l’Igad, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il popolo del Sud Sudan che la situazione della sicurezza nella capitale del Sud Sudan Juba si sta deteriorando” si legge nell’appello.
La dichiarazione afferma che il gruppo “ha assistito a manovre militari insolite” e il blocco di alcune strade, tra cui quelle che portano alla residenza di Machar. La dichiarazione riferisce che anche che “gli stretti collaboratori del primo vicepresidente sono stati bloccati e nessuno è stato autorizzato a entrare o uscire dalla residenza”. La dichiarazione afferma che il gruppo è preoccupato per la propria vita.
La scorsa settimana l’Splm/Io si è ritirato dai meccanismi di sicurezza e dalla Commissione congiunta di monitoraggio e valutazione dell’accordo di pace a causa degli attacchi militari da parte delle forze del Sspdf alle basi militari del movimento di Machar in alcune zone degli Stati dell’Alto Nilo e dell’Unità, considerati roccaforti del gruppo.
Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia, noti come Troika, hanno condannato l’attaccato le basi militari dell’Splm/A-Io. “Incidenti come questi e i conseguenti cicli di attentati di vendetta rischiano una maggiore violenza nel Paese”. La Troika si anche detta contraria alla decisione del movimento di opposizione di ritirare la sua partecipazione dai meccanismi di sicurezza e ha esortato tutte le parti a impegnarsi nuovamente per l’accordo di pace.