Sono ricominciati a Juba, la capitale del Sud Sudan, i colloqui tra il presidente Salva Kiir e il leader ribelle Riek Machar. Lo scrive l’agenzia di stampa francese Afp spiegando che, al centro del nuovo round di colloqui, c’è la questione relativa al numero di Stati regionali nel Paese, uno dei principali ostacoli alla buona riuscita dei negoziati.
«Per quanto riguarda il numero di Stati, finora non abbiamo trovato un accordo. La posizione del governo non è cambiata», ha detto all’Afp Tutkew Gatluak, consigliere per la sicurezza del presidente, al termine di un incontro di due ore tra Kiir e Machar.
Negli ultimi anni, Kiir ha progressivamente aumentato il numero di Stati in cui è diviso il Sud Sudan: dai 10 originari è passato prima a 28 e infine a 32. Secondo gli osservatori, si tratta di un modo per collocare il maggior numero di suoi fedelissimi in posizioni di responsabilità.
Machar, al contrario, vuole tornare alla suddivisione in 10 Stati. Come soluzione di compromesso, ha proposto che il nuovo Sud Sudan sia composto da 21 Stati.
Le parti, coinvolte nella guerra civile scoppiata nel 2013, hanno firmato un accordo di pace nel settembre del 2018. La formazione di un governo di unità nazionale, inizialmente previsto per maggio, è stata prima rinviata al 12 novembre e poi di ulteriori 100 giorni.
Ieri è stato il primo giorno di cessazione delle ostilità da parte dei gruppi armati che non avevano firmato i precedenti accordi di pace, secondo l’accordo di Roma di lunedì scorso.
Foto: Salva Kiir (a sinistra) e Riek Machar