“Riek Machar è il nostro leader e comandante in capo, non invieremo nessun delegato a Juba senza un suo ordine” , ha affermato Paul Gabriel, portavoce del Sudan People’s Liberation Movement-in-Opposition (SPLM-IO), in risposta all’annuncio fatto il 22 maggio dal Presidente del Sud Sudan Salva Kiir, dell’instaurazione del cessate il fuoco unilaterale e dell’avvio di un dialogo con tutte le forze ribelli, ma a condizione che l’SPLM-IO non invii Machar al negoziato. Machar è l’ex Vice Presidente del Sud Sudan e principale avversario di Kiir. La sua esclusione dalla trattativa rischia di farla morire sul nascere.
Secondo il portavoce dell’SPLM-IO, il dialogo nazionale è solo un pretesto per alleggerire la pressione internazionale su Juba mentre “in realtà le forze del governo, continuano a fare razzia delle risorse territoriali e ad uccidere civili”.
Il principale alleato del Presidente Kiir, il capo di Stato ugandese, Yoweri Kaguta Museveni, lo ha esortato a non sprecare i voti ottenuti nel 2011, ricordando che la maggior parte dei suoi elettori appartengono a tutta la società sud-sudanese e non ad una singola tribù. La guerra civile scoppiata nel dicembre 2013 ha preso subito una dimensione etnica e tribale, come denunciato dai Vescovi (vedi Fides 24/2/2017). (25/05/2017 Fonte: Agenzia Fides)
Sud Sudan – Kiir proclama il cessate il fuoco e avvia il dialogo nazionale (ma senza Machar)
2,4K