Sud Sudan, obiettivo sminamento entro il 2030

di claudia

Il Sud Sudan punta a liberare il proprio territorio da mine antiuomo e ordigni inesplosi entro il 2030. Jurkuch Barach Jurkuch, presidente della National Mine Action Authority, l’autorità nazionale per lo sminamento, ha spiegato nel fine settimana che la scadenza iniziale era fissata al 2021, ma la mancanza di un sostegno sufficiente da parte dei donatori ha costretto le autorità a chiedere una proroga del termine. “Chiederemo ufficialmente un’estensione fino al 2030 per ottenere un sostegno internazionale continuo. È proprio grazie all’appoggio della comunità internazionale che siamo riusciti a bonificare gran parte del territorio da queste armi pericolose”, ha dichiarato Barach durante un evento tenutosi a Juba, capitale del Paese.

Secondo le autorità sud sudanesi, prima dell’indipendenza del Paese nel 2011, numerose arterie stradali principali e secondarie erano minate, con gravi rischi per i civili e i viaggiatori. Attualmente, circa 200 chilometri quadrati di territorio risultano ancora contaminati, in particolare nelle regioni di Greater Equatoria, Bahr el Ghazal e Upper Nile, dove le operazioni di bonifica sono tuttora in corso.

Barach ha inoltre ricordato che il Sud Sudan ha distrutto i propri depositi di mine nel 2008, in linea con gli obblighi assunti nell’ambito della Convenzione del 1997 sulla proibizione delle mine antipersona.

Nel corso della cerimonia, Anita Kiki Gbeho, vice rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite e coordinatrice residente in Sud Sudan, ha sottolineato l’importanza dell’azione collettiva per sostenere gli sforzi di sminamento, essenziali per garantire la sicurezza delle comunità ancora esposte alla minaccia degli ordigni bellici residui.

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