Il presidente sud sudanese Salva Kiir ha dichiarato di essere convinto che il nuovo trattato di pace tra il suo governo e il principale gruppo ribelle non fallirà perché non è stato forzato come avvenuto negli accordi precedenti.
Lo ha dichiarato in una conferenza stampa nella capitale Juba, come riportato dalla Reuters, ed ha aggiunto che si recherà nella capitale sudanese Khartoum per firmare l’accordo durante una cerimonia che si terrà domani. Anche il suo principale avversario Riek Machar, leader del SPLM-IO dovrebbe partecipare all’incontro per la firma.
Tutti gli accordi precedenti, l’ultimo dei quali firmato nell’estate del 2015, sono durati solo qualche mese prima dello scoppio di nuovi scontri militari. “Nel 2015 siamo stati obbligati a firmare senza che ci venisse data l’opportunità di fare le nostre richieste. Per questo quando andai a firmare avanzai le mie riserve… Ma questa pace è diversa e funzionerà” ha dichiarato ieri Kiir.
Tutte le negoziazioni per l’accordo sono state concluse e qualsiasi questione in sospeso dovrebbe essere risolta domani, secondo quanto si apprende da fonti ufficiali.
L’intesa prevede una transizione di 36 mesi, in cui Kiir resterà a capo del paese. Machar invece lascerà il suo esilio sudafricano per riprendere la sua carica di primo vicepresidente (che ha lasciato quando è fuggito due anni fa). Potere e opposizione hanno anche concordato su una spartizione di posizioni chiave. Il governo di transizione avrà 35 ministri: Kiir ne riceverà 20, Machar nove, gli altri partiti di opposizione condivideranno i restanti sei portafogli. Prenderà inoltre vita una nuova assemblea di 550 membri: 332 del partito di Kiir, 128 di Machar e 90 per gli altri.
La più giovane nazione d’Africa è dilaniata da una guerra civile scoppiata nel 2013 che ha già provocato trecentomila morti e due milioni di profughi ed è stata alimentata da conflitti interetnici.
