Sud Sudan, pronta la mediazione per i colloqui di pace a Nairobi

di claudia
sudan

 Il ministro dell’Informazione del Sud Sudan, Michael Makuei, ha dichiarato ieri che il gruppo di negoziatori guidato dal Kenya ha presentato un documento di 75 pagine alle parti impegnate nei colloqui di pace in corso a Nairobi.

“Questo documento costituirà parte o sarà trasformato integralmente in un accordo”, ha detto Makuei aggiungendo che “come chiaramente affermato dal capo mediatore, non siamo venuti qui per fare altro che negoziare un accordo per rendere operativa la pace”.

Secondo quel che ha detto Makuei ai giornalisti di Radio Tamazuj, le parti coinvolte nei colloqui di Nairobi esamineranno il documento e risponderanno dopo tre giorni, ovvero lunedì. “Non ci saranno trattative dirette fino al momento in cui verrà prodotta la prima bozza dell’accordo”, ha aggiunto.

Nel frattempo, un delegato della società civile, Edmund Yakani, ha dichiarato a Radio Tamazuj che la leadership della mediazione ha offerto un rapporto completo sull’esito dei colloqui relativamente a questioni politiche, governance, sicurezza, giustizia, economia e sociali affinché il governo e i delegati dell’opposizione, così come gli altri soggetti interessati, possano esaminarlo. Yakani ha precisato che si tratta di un tentativo ulteriore rispetto ai colloqui di Roma guidati dalla Comunità di Sant’Egidio, aggiungendo che le parti sono invitate a presentare entro lunedì le loro reazioni al documento confidenziale, i cui dettagli saranno resi noti solo dopo la pubblicazione ufficiale.

I colloqui di pace tra il governo del Sud Sudan e i gruppi di resistenza sono stati avviati in Kenya il 9 maggio. La mediazione è guidata dall’ex comandante dell’esercito del Kenya Lazurus Sumbeiywo, che ha anche mediato l’accordo globale di pace (Cpa) nel 2005 che ha dato l’autonomia al Sud Sudan e successivamente ha portato a un referendum per l’indipendenza nel 2011. Nel dicembre 2023, il presidente del Sud Sudan Salva Kiir ha chiesto al suo omologo keniano William Ruto di assumere la mediazione della Comunità di Sant’Egidio a Roma, lamentando che i colloqui erano rimasti troppo senza soluzione. A febbraio il presidente Ruto ha accettato dopo aver consultato la comunità di Sant’Egidio di Roma. 

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