Sud Sudan: tredici anni di indipendenza, ma le sfide restano immense

di claudia

Oggi, 9 luglio, il Sud Sudan celebra il suo tredicesimo anniversario di indipendenza, raggiunta nel 2011. Un anniversario amaro per la nazione più giovane del mondo, che sta affrontando una devastante crisi umanitaria. Conflitti interni, disastri climatici e insicurezza alimentare hanno un grande peso sul Paese. Una crisi che le ONG e l’impegno delle comunità locali cercano di affrontare. Mentre il Sud Sudan si prepara per le sue prime elezioni previste il 22 dicembre, le sfide restano ingenti.

Era il 9 luglio 2011 quando il Sud Sudan ha raggiunto l’indipendenza, diventando la nazione più giovane del mondo. Tuttavia, oltre un decennio dopo, il Paese si trova ancora intrappolato in una spirale di conflitti interni, disastri climatici e una drammatica emergenza umanitaria.

Dopo l’indipendenza, il Sud Sudan è stato inghiottito da un nuovo conflitto scoppiato nel 2013 tra i leader del Paese. Nonostante un accordo di pace firmato nel 2018, il percorso verso la stabilità è stato costellato di ritardi e rinnovate violenze. A luglio 2023 – ricorda Amref Health Africa Italia in una nota diffusa in occasione dell’anniversario – il numero di sfollati interni aveva raggiunto i 2,3 milioni. Una crisi esacerbata dalle inondazioni che hanno devastato vaste aree del Paese. “L’acqua ha portato via tutto. Abbiamo rinunciato all’agricoltura perché sappiamo che le inondazioni torneranno e distruggeranno tutto. Le strade diventano impraticabili e i villaggi rimangono isolati”. Sono le parole di Aluel Ajuang Anei, uno dei tanti abitanti del Paese che si trova a fare i conti con la crisi.

Questa instabilità ha aggravato una già critica situazione umanitaria, con numeri preoccupanti. Si stima che 7,1 milioni di persone affrontano una grave insicurezza alimentare, con il 60% della popolazione che non ha accesso all’acqua potabile sicura. I servizi sanitari sono scarsi e dipendono principalmente dalle ONG e dai finanziamenti internazionali, che in questo periodo stanno diminuendo a causa delle emergenze globali più recenti.

“Il governo non ha risorse. Quando arrivano i medicinali, finiscono in meno di una settimana”, riferisce Johnson Machar Marol, funzionario del Dipartimento della Sanità della contea di Tonj South, che sottolinea inoltre come in alcuni distretti “non ci siano strade né rete telefonica per chiedere aiuto.”

Cows are taken back to the cattle camp before sundown in Malual Muor, near Tonj, Tonj South County, Warrap State, South Sudan, on 25 March 2024

Proprio alla luce di queste limitazioni, Marol evidenzia quanto sia vitale la presenza delle cliniche mobili di Amref per queste comunità isolate. “Come può una persona anziana o molto malata camminare per diverse ore per raggiungere una struttura sanitaria?”

Secondo USAID, uno su dieci bambini muore prima di compiere cinque anni. “Ci sono molti bambini malnutriti che dipendono dal programma nutrizionale in questo momento”, spiega Angelo Tek Chol, Direttore Medico della contea di Tonj East. “Da febbraio 2024, oltre 38.500 pazienti sono stati visitati e trattati per malattie come malaria, diarrea e polmonite e oltre 1.000 bambini sono stati ammessi al programma di supporto nutrizionale e terapeutico.”

Ma, nonostante le immense difficoltà, ci sono segni di speranza. Le comunità locali, con il supporto di ONG come Amref, stanno lavorando per cercare di costruire un futuro più stabile. La determinazione delle comunità di mantenere operative le cliniche mobili è una testimonianza della loro resilienza. “Abbiamo preparato 100.000 mattoni per costruire una clinica permanente”, dice Dhor Gur, capo supremo di Mapara. “Quando non c’era la clinica, abbiamo perso 20 bambini in tre anni a causa della malnutrizione, non possiamo più permetterlo”.

Foto di Florence Miettaux

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