Un attacco aereo dell’aeronautica del Sud Sudan ha causato la morte di almeno 19 persone nella parte orientale del Paese. Lo riferisce Reuters citando residenti locali. Il bombardamento è avvenuto meno di due settimane dopo il ritiro delle forze governative dalla zona, teatro di violenti scontri con la milizia etnica White Army.
Le tensioni a Nasir, vicino al confine con l’Etiopia, hanno visto il confronto tra le forze nazionali e il White Army, un gruppo armato di giovani Nuer organizzati in maniera informale. La violenza nella regione ha sollevato timori di una possibile ripresa della guerra civile combattuta tra il 2013 e il 2018, durante la quale sono morte centinaia di migliaia di persone.
Il governo accusa il partito del primo vicepresidente Riek Machar, esponente dell’etnia Nuer, di sostenere il White Army. Il gruppo aveva combattuto al fianco delle forze di Machar durante il conflitto contro le truppe fedeli al presidente Salva Kiir, di etnia Dinka. La formazione politica di Machar ha negato qualsiasi coinvolgimento negli scontri attuali.
Ieri, il ministro dell’Informazione sudsudanese Michael Makuei ha confermato il bombardamento su Nasir, mentre i residenti hanno riferito che l’attacco è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì. Kang Wan, leader comunitario locale, ha dichiarato che 15 persone sono morte sul colpo, mentre altre quattro sono decedute in seguito alle ferite riportate. Un altro testimone ha contato 16 cadaveri e ha riferito di altre tre vittime successivamente decedute. “Tutto è stato bruciato, le persone sono state bruciate vive”, ha detto Wan a Reuters.
L’ospedale di Medici Senza Frontiere (Msf) a Ulang ha ricevuto tre feriti da Nasir ieri mattina. “Due di loro sono stati dichiarati morti all’arrivo a causa delle ustioni gravi riportate”, ha riferito l’organizzazione umanitaria in un comunicato.
Il commissario della contea di Nasir, James Gatluak Lew, vicino a Machar, ha suggerito che l’attacco aereo potrebbe essere una rappresaglia per l’attacco del 7 marzo, quando un elicottero delle Nazioni Unite, incaricato di evacuare soldati governativi dalla zona, è stato colpito, causando la morte di 27 militari sudsudanesi, tra cui un generale.
Nel frattempo, l’Uganda ha annunciato la scorsa settimana il dispiegamento di forze speciali nella capitale sudsudanese Juba per “assicurarne la sicurezza”. Il governo sudsudanese inizialmente aveva smentito la presenza di truppe ugandesi nel Paese, ma il ministro Makuei ha poi confermato che alcune unità dell’esercito ugandese stanno fornendo supporto alle forze nazionali “secondo le necessità”.