Tensioni all’interno di Alleanza Democratica, il principale partito di opposizione sudafricano. Uno dei suoi esponenti più in vista, Herman Mashaba, sindaco di Johannesburg, ha rassegnato le dimissioni e ha lasciato il partito in dissenso sui temi del razzismo.
L’elezione di un sindaco nero dal Da era stata vista come un segno dell’avanzata di un partito nuovo e dinamico, che potrebbe potenzialmente minacciare il dominio politico dell’Anc, il partito al potere dalla fine dell’apartheid, sia a livello locale sia a livello nazionale. I dissidi interni però sono molto forti. Da sempre, Da è vista come una formazione legata strettamente alla minoranza bianca, con nostalgie verso i tempi dell’apartheid e con tensioni tra il blocco dei membri bianchi e quello dei nuovi arrivati di etnia africana. Durante una conferenza che si è tenuta ieri, Mashaba ha dichiarato: «Non riesco a riconciliarmi con persone che credono che la razza non sia un elemento importante nella discussione sulle disuguaglianze».
Il riferimento era a Helen Zille, ex leader del partito, che nel 2017 aveva destato forti polemiche elogiando aspetti del colonialismo. La sua riammissione ai vertici di Da ha suscitato l’indignazione di Mashaba: «L’elezione di [Helen] Zille come presidente del consiglio federale è una vittoria per le persone che si oppongono al mio credo». I leader neri all’interno del Da temono che il partito, di ispirazione liberale e multi-razziale, stia tornando alle radici e stia nuovamente stringendo i legami con la minoranza bianca.
Mashaba ha anche affermato che la sua «agenda a favore dei poveri» è stata «minata, criticata e resa quasi impossibile».E quando parla di poveri, Mashaba intende la popolazione nera. Mashaba, imprenditore autonomo, è visto come un alleato chiave del primo leader nero del partito, Mmusi Msimane, nei suoi sforzi per aumentare il sostegno degli elettori neri.