Il Sudafrica cambierà la sua legge in modo da avere la piena libertà di decidere se arrestare o meno una persona su cui pendono mandati di cattura della Corte Penale Internazionale (Cpi). Lo ha detto Obed Bapela, viceministro della presidenza sudafricana, al programma Newshour della Bbc.
All’inizio di quest’anno, il presidente russo Vladimir Putin, su cui pende un mandato d’arresto internazionale della Cpi per via del conflitto in Ucraina, è stato invitato al vertice dei Brics, il cartello delle più importanti economie emergenti, che si terrà in Sudafrica alla fine di agosto. Il Sudafrica, membro della Corte e firmatario dello Statuto di Roma, ha l’obbligo internazionale di arrestare il leader russo qualora mettesse piede nel Paese.
“A giugno presenteremo la legge in parlamento”, ha detto Obed Bapela, specificando che tramite questa iniziativa “si concederanno esenzioni su chi arrestare e chi non arrestare”. Putin è stato accusato dalla Cpi di crimini contro l’umanità commessi durante la guerra in Ucraina, conflitto per il quale Sudafrica, dicendosi neutrale, ha rifiutato di condannare l’invasione della Russia.
Il viceministro ha anche criticato la Corte penale internazionale per i suoi “doppi standard”, sostenendo che il defunto Nelson Mandela, il primo presidente democraticamente eletto del Sudafrica, avrebbe espresso disappunto più volte sulle funzioni della Corte: “Non hanno mai incriminato Tony Blair, non hanno mai incriminato Bush per le loro uccisioni degli iracheni. Mandela avrebbe detto che la disuguaglianza e l’incoerenza della Cpi è un problema”.
Il Sudafrica vorrebbe rinunciare all’articolo 98 dello Statuto di Roma, il trattato che ha istituito il tribunale nel 2002.
Mentre l’articolo 27 afferma che nessuno è immune dall’accusa da parte della Cpi, l’articolo 98 suggerisce che la Cpi non può chiedere al Sudafrica di arrestare il leader russo a meno che la Russia non accetti di revocare l’immunità di Putin dall’accusa di crimini contro l’umanità.
