Qualunque sia, il prossimo governo sudafricano farà capo a una coalizione di più partiti. Ieri, la Commissione elettorale ha fornito i dati ufficiali, ma quelli parziali e i sondaggi prima, avevano già decretato la fine del dominio dell’African National Congress (Anc), che da 30 anni elezione dopo elezione aveva mantenuto la maggioranza assoluta dei seggi.
Il nuovo parlamento (400 i seggi totali) vedranno l’Anc occupare 159 scranni seguito da Democratic Alliance (Da, 87), uMkhonto we Sizwe (Mk, 39), Economic Freedom Fighters (Eff, 39), Inkatha Freedom Party (Ifp, 17) e Patriotic Alliance (Pa, 9).
Nel 30° anniversario della democrazia sudafricana, dalla fine del regime di apartheid, il presidente Cyril Ramaphosa ha invitato i partiti politici a lavorare insieme per il bene del Paese.
Ma sul “banco degli imputati” c’è proprio il suo Anc che secondo molti osservatori si è scontrato con un elettorato arrabbiato per mancanza di lavoro, persistente disuguaglianza, continui blackout. Rispetto alle elezioni del 2019 il passo indietro è stato significativo: si è passati dal 57,5% al 40,2%; il numero di seggi si è passati dai 230 che ancora assicuravano la maggioranza assoluta a 159.
“I sudafricani si aspettano che i partiti per i quali hanno votato trovino un terreno comune, superino le loro differenze e agiscano insieme per il bene di tutti. Questo è ciò che i sudafricani hanno detto”, ha dichiarato Ramaphosa dopo che la commissione elettorale ha annunciato i risultati finali. Ramaphosa ha definito le elezioni una “vittoria per la nostra democrazia”.
I partiti politici hanno ora due settimane per trovare un accordo prima che il nuovo parlamento si riunisca per scegliere il presidente, che probabilmente proverrà ancora dall’Anc.
Il principale partito di opposizione, la Democratic Alliance (Da), che ha il suo bastione elettorale all’interno della minoranza bianca, ha ottenuto il 21,8% dei voti. uMkhonto we Sizwe (Mk) – “lancia della nazione” in lingua zulu – il nuovo partito guidato dall’ex presidente Jacob Zuma è riuscito a ottenere il 14,6%, danneggiando soprattutto l’Anc. Nonostante abbia ottenuto risultati migliori del previsto, Mk ha dichiarato che sta valutando la possibilità di impugnare i risultati in tribunale. Economic Freedom Fighters (Eff), guidato dall’ex leader dei giovani dell’Anc Julius Malema, ha ottenuto il 9,5%.
Il leader di Da, John Steenhuisen, ha dichiarato sul canale YouTube del partito di aver nominato un team per avviare i colloqui con altri partiti con l’obiettivo di evitare una possibile alleanza tra Anc, Eff e Mk.
Il piccolo Inkatha Freedom Party (Ifp), un partito conservatore zulu con una base elettorale nella provincia di KwaZulu-Natal ha preso il 4% dei voti e secondo varie fonti si è già riunito domenica per discutere le sue prossime mosse.
Secondo alcuni analisti politici, l’African National Congress proverebbe ad evitare un’alleanza con la sola Da, ma potrebbe essere aperta a un’alleanza più ampia di cui faccia parte anche Ifp.