Le terre dei bianchi saranno espropriate, ma solo in alcuni e limitati casi. Ad affermarlo un gruppo di studio del governo sudafricano. In un documento reso pubblico, gli esperti hanno suggerito si dar vita agli espropri solo dei terreni posseduti esclusivamente a fini speculativi o occupati da inquilini.
I bianchi, che rappresentano solo il 9% della popolazione, possiedono il 72% dei terreni agricoli detenuti da individui. Da anni si parla di una redistribuzione dei latifondi, ma poco è stato fatto su questo fronte. Il tema è tornato caldo dopo l’elezione di Cyril Ramaphosa alla presidenza. Il capo dello Stato è tornato a parlarne ben sapendo che si tratta di un argomento molto sentito dalla popolazione nera. L’African National Congress, il partito al potere dalla fine dell’apartheid, ha ripetutamente promesso di voler accelerare i trasferimenti di terra alla maggioranza nera. Forte però è anche l’oposizione a una ondata di espropri. Molti temono che si possano ripercorrere i sentieri battuti dallo Zimbabwe, dove una politica simile dell’ex presidente Robert Mugabe ha distrutto l’economia e allontanato gli investitori.
Proprio per studiare il fenomeno, lo scorso anno, il presidente Ramaphosa ha costituito un team di esperti. Il gruppo ha quindi proposto che il governo possa procedere alle espropriazioni, ma solo nei casi in cui la terra sia detenuta a puro scopo speculativo o è già occupata e utilizzata da inquilini oppure se si tratta di latifondi abbandonati. Lo stesso vale per gli edifici in citta i cui proprietari siano assenti.
Nel rapporto si sottolinea poi che chi ha acquistato la proprietà dalla fine dell’apartheid deve essere trattato in modo diverso da chi ha ereditato la terra acquisita sotto il sistema dell’apartheid. Nel sistema segregazionista, il Natives Land Act del 1913 vietava ai neri di acquistare o affittare terreni nel «bianco Sudafrica», escludendo di fatto dalla proprietà i neri. Dopo la fine dell’apartheid nel 1994, il governo dell’Anc ha dichiarato di voler restituire il 30% di questa terra ai precedenti proprietari. Al momento però solo il 10% dei terreni agricoli commerciali è stato ridistribuito.
Il principale partito di opposizione, Alleanza democratica, ha respinto il rapporto, affermando che l’espropriazione della terra senza compensazione «metterebbe ulteriormente la nostra economia in difficoltà».
Ora la palla passa al Parlamento che in ottobre dovrà discutere sulla legge sull’espropriazione delle terre.