Sono tornati ieri a Johannesburg, in Sudafrica, gli Springboks campioni del mondo di rugby, la squadra che da sabato sera detiene il maggior numero di coppe del mondo ovali. Migliaia di tifosi hanno aspettato e accolto la squadra, nonostante una pioggia battente e il freddo.
“Grazie ai tifosi sudafricani. Abbiamo dovuto sopportare 20 settimane lunghe e difficili, ma ne è valsa la pena”, ha detto all’arrivo il capitano sudafricano Siya Kolisi, con la Webb Ellis Cup in mano, acclamato da un pubblico che indossava i colori verde e oro della nazionale: “Questo trionfo ha richiesto 6 anni di preparazione. Vincere la Coppa del Mondo nel 2019 è stato una sorpresa inaspettata, l’obiettivo finale era sempre quello di diventare campioni nel 2023”, ha aggiunto Kolisi, primo capitano nero degli Springboks.
Come sottolineato da diversi giocatori e dallo stesso Kolisi in numerose dichiarazioni, la speranza degli Springboks è quella di portare un po’ di sollievo ad un Paese che sembra essere in caduta libera: dalla crisi economica a quella energetica, passando dai danni provocati dai cambiamenti climatici, che stanno letteralmente mettendo in ginocchio la struttura economica del Sudafrica, che vanno sommandosi con la difficile situazione sociale e politica del Paese, che sembra sempre più lontano dai fasti della neonata “nazione arcobaleno” del 1995, quando gli Springboks vinsero la loro prima storica Coppa del Mondo.