C’è stato un gran clamore per la notizia di ieri circa il sospetto avvelenamento del re zulu del Sudafrica Misuzulu kaZwelithin, smentita oggi dal diretto interessato. A riferirlo ieri era stato il suo primo ministro tradizionale Mangosuthu Buthelezi, il quale aveva precisato che il re si trovava in cura in eSwatini. La vicenda si è tinta di un giallo ancora più intenso perché ha fatto seguito alla morte improvvisa di uno dei consiglieri più anziani del re, anch’egli per sospetto avvelenamento.
Il re degli Zulu, il sovrano consuetudinario più potente del Sudafrica, ha spiegato all’agenzia Afp di essere “in buona forma”. “Sto molto bene, sono in forma e forte”, ha detto lunedì Misuzulu Zulu al telefono dal piccolo stato vicino di Eswatini, dove si sta sottoponendo a visite mediche. Interrogato dall’AFP, lunedì il re ha dichiarato di non essere “mai” stato ricoverato negli ultimi giorni. “Era un controllo di routine che ho ogni tre mesi, a volte ogni sei mesi”, ha detto.
Re Misuzulu è stato incoronato davanti a migliaia di sudditi lo scorso ottobre. Ma una lotta per il potere si è scatenata all’interno della famiglia reale per l’ascesa al trono del 48enne, e di recente sono emerse tensioni anche tra il monarca e Buthelezi.
Anche se la notizia è stata smentita, l’allarme diffusosi è prova del clima per nulla rilassato in cui versano le dinamiche di potere e successione degli Zulu.
Il re zulu non ha un potere politico formale e il ruolo del monarca all’interno della società sudafricana è in gran parte cerimoniale, ma rimane estremamente influente con un budget annuale finanziato dal governo di diversi milioni di dollari.
Una fazione all’interno della famiglia sta contestando la sua ascesa al trono in tribunale, insistendo sul fatto che Misuzulu non è il legittimo erede del defunto padre, re Goodwill Zwelithini. Il trono, secondo questa fazione, dovrebbe andare al principe Simakade.
Re Zwelithini aveva sei mogli e almeno 26 figli. Il suo testamento è stato impugnato in tribunale anche dalla prima moglie, la regina Sibongile Dlamini-Zulu, e dalle sue due figlie. L’anno scorso un tribunale ha respinto il loro caso, ma le due donne hanno dichiarato che avrebbero fatto appello contro la sentenza.
Alla luce del forte clima di tensione all’interno della famiglia, la disputa per il testamento e la morte per avvelenamento di uno dei consiglieri, non è difficile comprendere perché si era pensato al peggio per il re.