I neri sudafricani guadagnano in media tre volte meno delle loro controparti bianche. A sostenerlo è un rapporto sulla disuguaglianza redatto da Sats Sa, l’agenzia di statistica del Sudafrica.
Secondo il rapporto, lo stipendio mensile medio tra i neri – che rappresentano l’80% della popolazione – è di 6.899 rand (450 euro) mentre sale a 24.646 rand (1.500 euro) per i bianchi.
Il rapporto sulle tendenze della disuguaglianza utilizza i dati raccolti dall’agenzia dal 2002 al 2017, che mostravano che le persone di colore sono quelle più toccate dalla disoccupazione e non godono dello stesso accesso dei bianchi alle cure mediche private, agli alloggi e al sistema elettrico.
Questo studio, che è il primo sguardo globale del Paese sulle tendenze economiche e sociali, ha quindi dimostrato che il Sudafrica ha uno dei più alti livelli di disuguaglianza nel mondo.
Uno dei motivi principali delle enormi disparità economiche tra le razze è l’eredità dell’apartheid, un sistema che garantiva che la popolazione delle minoranze bianche avesse accesso al meglio che il Paese potesse offrire, lasciando la maggioranza nera in condizioni di sostanziale indigenza.
Diseguaglianze profonde, mancanza di servizi, politici spregiudicati sono anche il mix esplosivo che ha innescato le violenze xenofobe in Sudafrica. Un fenomeno, quello della xenofobia contro i migranti, che torna ciclicamente con raid che distruggono case, negozi, piccole officine e lasciano sul terreno decine di vittime. L’ultima esplosione di violenza si registrata a settembre con decine di morti.