Naledi, che in lingua Sesotho vuol dire “stella”: è il nome scelto per una specie di ominide scoperta grazie a ritrovamenti senza precedenti in una grotta a pochi chilometri da Johannesburg, in una zona patrimonio mondiale dell’Unesco nota come Culla dell’umanità.
Lee Berger, il professore dell’Università di Witswatersrand che ha coordinato gli studiosi, sudafricani e stranieri, ha riferito che la spedizione ha permesso di raccogliere ossa appartenenti a ben 15 scheletri di donne, uomini, anziani e bambini. I resti sarebbero stati riposti nella grotta, chiamata oggi “Della stella nascente”, nel corso di quello che appare come una sorta di rituale funebre.
Nel corso di una conferenza stampa, i ricercatori hanno sottolineato che l’Homo Naledi aveva un cervello piuttosto piccolo, delle dimensioni di quello di un gorilla, ma forma di teschio, denti e piedi simili a quelle caratteristiche dell’uomo moderne. In relazione alla scoperta, Berger ha detto di voler evitare la parola “anello mancante” e di preferire invece il termine “ponte”, dunque collegamento tra primati bipedi primitivi e ominidi più evoluti.
(11/09/2015 Fonte: Misna)
Sudafrica – Naledi, l’ominide più antico del mondo
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