La società elettrica sudafricana Eskom sarà ristrutturata e suddivisa in tre diverse entità controllate dallo Stato che si occuperanno rispettivamente della generazione, della trasmissione e della distribuzione di energia.
Ad annunciare ufficialmente il piano è stato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa nel suo discorso sullo stato della nazione, durante il quale ha aggiunto che la società riceverà tutto il necessario sostegno finanziario da parte del governo, “senza però questo pesi sul fisco con un debito ingestibile”.
Eskom si trova da anni in una crisi finanziaria e operativa, con un debito che ha raggiunto la ragguardevole cifra di 29 miliardi di euro e che non è in grado di gestire con le proprie entrate. La compagnia sta inoltre sforzandosi di mantenere costante il livello di forniture elettriche, nonostante i guasti ai suoi impianti causati dalla scarsa manutenzione.
“Per garantire la credibilità del piano di risanamento e per evitare una crisi finanziaria simile tra qualche anno, Eskom dovrà sviluppare un nuovo modello di business”, ha affermato Ramaphosa in Parlamento.
Le tre entità saranno controllate da una holding gestita dallo Stato e a ciascuna delle tre sarà assegnata una parte dei costi delle attività.
Secondo Ramaphosa, la scissione consentirebbe a Eskom di raccogliere maggiori investimenti sui mercati per e varie operazioni.
Immediate sono giunte le critiche al piano dal principale sindacato metalmeccanico del Paese, la National Union of Metal Workers of South Africa (NUMSA), che ha confermato la propria opposizione al piano di frazionamento di Eskom e dichiarato di essere pronto alla mobilitazione nel caso il governo proceda scorporare la compagnia elettrica.
[Redazione InfoAfrica]