Il Parlamento sudafricano ha respinto un emendamento alla Costituzione che avrebbe consentito allo Stato di effettuare espropri di terreni senza compensazioni economiche allo scopo di riequilibrare le disparità razziali relative alle proprietà terriere nel Paese.
A darne notizia sono con ampia evidenza i media locali, precisando che 204 parlamentari hanno votato a favore del provvedimento e 145 contro: un numero insufficiente a garantire la maggioranza dei due terzi necessaria per l’approvazione di una modifica costituzionale.
Secondo quel che viene riportato, il provvedimento non è passato a causa della contrarietà dei due maggiori partiti di opposizione, i liberali dell’Alleanza democratica (DA) e la sinistra radicale dell’Economic Freedom Fighters (EFF).
In base alle dichiarazioni di voto rese note in Parlamento, i rappresentanti della DA hanno dichiarato la loro contrarietà al provvedimento sostenendo che questo avrebbe creato incertezza sui diritti di proprietà e sulle garanzie dello stato di diritto; mentre invece il leader dell’EFF Julius Malema ha definito la proposta come “catturata dal capitale monopolistico bianco”.
La proposta prevedeva che lo Stato potesse espropriare le terre per motivi di interesse pubblico, pagandole un valore determinato da un giudice nominato dal governo. Il testo stabiliva in ogni caso che i proprietari avrebbero potuto fare ricorso in tribunale per l’ammontare della compensazione in denaro stabilita.
Un altro disegno di legge sull’espropriazione, che rappresenta un atto separato dall’emendamento costituzionale respinto, è tuttavia ancora all’esame del Parlamento.