La piaga del bracconaggio è un problema persistente per il quale si cercano soluzioni. Specialisti sudafricani hanno impiantato in 20 rinoceronti delle capsule contenenti isotopi radioattivi sviluppati da Rosatom, l’agenzia russa per l’energia nucleare, una tecnologia volta a combattere il fenomeno. Lo ha annunciato il capo-progetto James Larkin, parlando con la stampa russa.
Il progetto è stato avviato dall’Università sudafricana del Witwatersrand, che da decenni sviluppa tecnologie per proteggere gli animali rari, compreso il rinoceronte, e che ha iniziato a lavorare su questo progetto nel 2021 con specialisti russi e con il supporto di Rosatom.
Si tratta di un progetto pilota e nei prossimi sei mesi il team sudafricano monitorerà la salute e il comportamento dei rinoceronti per verificare l’efficacia della nuova tecnologia nella lotta al bracconaggio: le capsule sono state inserite nelle corna de rinoceronti, consentendo così il loro rilevamento tramite apparecchiature specifiche di monitoraggio.
Ogni rinoceronte riceve due capsule, contenenti una dose di materiale radioattivo così piccola che non avrà alcun impatto sulla salute dell’animale o sull’ambiente. Ogni capsula funzionerà solo per cinque anni, dopodiché dovrà essere sostituita.
“La presenza di materiale radioattivo rende il corno inutilizzabile e persino tossico per il consumo umano” ha specificato all’agenzia Tass Nithaya Chetty, preside del dipartimento di scienze dell’Università del Witwatersrand.
L’anno scorso i bracconieri hanno ucciso 499 rinoceronti in Sudafrica, dove vive il 93% di tutti i rinoceronti dell’Africa, e il 39% dei 5.000 rarissimi rinoceronti neri, animali che sono sull’orlo dell’estinzione.