Un altro muro. Questa volta tra Zimbabwe e Sudafrica. A costruirlo, entro 40 giorni, saranno i sudafricani per impedire alle persone infettate da coronavirus e migranti privi di documenti di entrare nel loro territorio. Lo ha annunciato Patricia de Lille, il ministro dei Lavori pubblici di Pretoria.
La costruzione sarebbe una delle misure di emergenza che il governo ha deciso di adottare dopo che domenica, il presidente Cyril Ramaphosa ha dichiarato il virus «un disastro nazionale».
Non sarà un vero muro, ma una recinzione alta 1,8 m e lunga almeno per 20 km che sarà realizzata sul confine di Beitbridge, il principale varco tra le due nazioni.
In Sudafrica, il numero di persone positive al virus è salito a 150 da quando è stato individuato il primo caso due settimane fa (un sudafricano che aveva visitato l’Italia=.
Lo Zimbabwe non ha invece segnalato casi di virus, ma il presidente Emmerson Mnangagwa ha ordinato la chiusura di scuole e altri istituti di istruzione a partire da martedì prossimo come misura precauzionale.
Se sarà veramente realizzato, questo sarà il terzo muro nell’Africa australe. Uno sorge tra Sudafrica e Mozambico. È stato costruito nel 1975 dal governo di Pretoria per contenere i possibili sconfinamenti dal Mozambico in preda a una guerra civile. La struttura, lunga 120 km, prevedeva alte reti elettrificate. Un trattato del 2002 tra i due Paesi ne prevedeva lo smantellamento. In realtà, solo una piccola parte è stata distrutta per permettere le migrazioni degli elefanti. La restante parte è stata mantenuta per contenere immigrazione illegale e contrabbando di armi.
L’altra è quella tra Botswana e Zimbabwe. La costruzione di questa struttura è iniziata nel 1966 quando il Botswana è diventato indipendente. L’obiettivo: proteggere il bestiame da eventuali epidemie e dalle aggressioni dei predatori. La barriera oggi misura 500 chilometri di lunghezza. La rete, alta dai due ai tre metri (a seconda del tratto considerato) ed elettrificata, attraversa parchi nazionali, villaggi, isola corsi d’acqua e laghi, impedendo il libero movimento anche degli animali selvatici.