Le divisioni interne al gruppo dei Brics sono riemerse in tutta la loro criticità in vista del dibattito sulla potenziale espansione del gruppo ad altri Paesi ed altre economie.
Le crescenti tensioni in seguito alla guerra in Ucraina e la crescente rivalità della Cina con gli Stati Uniti hanno spinto Cina e Russia a cercare di rafforzare i Brics, sfruttando proprio il vertice in corso a Johannesburg in Sudafrica. Durante un discorso pronunciato dal suo ministro per il Commercio, il leader cinese Xi Jinping ha detto che “il corso della storia sarà modellato dalle scelte che faremo” ma proprio quel discorso ha scoperto un nervo doloroso per l’attuale formazione dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica): Xi infatti non era presente quando il suo ministro parlava al suo posto, nonostante fosse al vertice e abbia incontrato il presidente sudafricano Ramaphosa la mattina e nonostante all’incontro fossero presenti gli omologhi brasiliano e indiano, Lula e Modi. Non è chiaro il motivo per cui Xi non fosse presente e abbia preferito mandare il suo ministro ma i commenti del leader brasiliano Lula hanno evidenziato una divergenza di visioni all’interno del blocco.
“Non vogliamo essere un contrappunto al G7, al G20 o agli Stati Uniti”, ha detto ieri il brasiliano Lula durante una diretta social: “Vogliamo solo organizzarci”. Al di là della questione dell’allargamento, all’ordine del giorno del vertice figura anche l’incremento dell’uso delle valute locali degli Stati membri nelle transazioni commerciali e finanziarie per ridurre la dipendenza dal dollaro americano, tema che il Sudafrica sostiene non essere nemmeno nell’agenda del vertice ma sul quale Brasile Cina e Russia si sono già espresse a favore, incontrando però lo sfavore di Sudafrica e India: ieri Putin, in un discorso registrato trasmesso al vertice, ha detto che “il processo oggettivo e irreversibile di de-dollarizzazione dei nostri legami economici sta guadagnando slancio”.
Al minivertice dei leader Brics di ieri sera è emerso che l’India diffida del dominio cinese e ha messo in guardia contro un’espansione affrettata del gruppo mentre il Brasile è preoccupato che l’espansione dei Brics possa diluire la sua influenza, anche se Lula ha ribadito il suo desiderio di vedere la vicina Argentina unirsi al blocco, cosa per cui tuttavia Buenos Aires sembra voler prendere tempo.