Sudan, al-Burhan chiama alle armi i giovani contro le Rsf

di claudia

Il comandante delle forze armate sudanesi Abdel Fattah al-Burhan ha chiesto a chiunque sia in grado di imbracciare un arma di unirsi alla lotta contro le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). “Chiediamo a tutti i giovani del mio Paese e a chiunque possa difendersi di non esitare o ritardare a svolgere questo ruolo patriottico nel luogo di residenza o unendosi alle unità militari per avere l’onore di difendere il Paese”, ha affermato al-Burhan in un discorso trasmesso dalla Tv statale.

Il comandante dell’esercito ha invitato tutti a “essere vigili e pronti ad affrontare le minacce esistenti al Sudan”, un Paese che ha detto essere preso di mira da cospirazioni sia interne che esterne. Al-Burhan ha inoltre annunciato un cessate il fuoco unilaterale di un giorno “in occasione di Eid al-Adha, o Festa del Sacrificio”, che entrerà in vigore oggi.

Lunedì, il comandante delle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) Mohamed Hamdan Dagalo ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale di due giorni “in considerazione delle circostanze della festività dell’Eid e per scopi umanitari”. Tuttavia, la tregua non è riuscita a fermare lo spargimento di sangue in Sudan mentre martedì sono continuati i pesanti combattimenti tra le due fazioni rivali nella capitale Khartoum.

Gli scontri che continuano tra l’esercito e le Rsf a Khartoum e in altre aree dal 15 aprile hanno provocato la morte di oltre 3.000 persone e il ferimento di oltre 6.000, secondo il ministero della Salute sudanese. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari circa 2,5 milioni di persone sono state sfollate all’interno e all’esterno del Sudan dall’inizio dei combattimenti.

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