Sudan, al-Burhan chiede la deposizione delle armi mentre Khartoum infiamma

di claudia

Il capo dell’esercito sudanese, il generale Abdel Fattah al-Burhan, ha dichiarato ieri all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che le milizie che combattono nel suo Paese devono deporre le armi e smettere di combattere. Il generale al-Burhan si esprimeva a riguardo mentre nuovi combattimenti scuotevano la capitale del Sudan con attacchi aerei e di droni a Khartoum e dintorni, in mezzo a un’epidemia di colera che si sta aggravando sempre di più.

Per mesi, alcuni dei peggiori scontri si sono verificati nella città di El Fasher, la capitale dello Stato del Darfur settentrionale assediata da maggio dalle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). Ieri, invece, l’esercito sudanese ha lanciato un’operazione volta a prendere il controllo di aree della capitale Khartoum che erano nelle mani delle Forze paramilitari di supporto rapido. I media sudanesi hanno riferito di un aumento dei movimenti militari e degli attacchi aerei nei distretti di Khartoum e Omdurman, i più intensi nella zona della capitale da mesi.

L’esercito sudanese ha quindi lanciato una grande offensiva nella capitale Khartoum per riconquistare il terreno occupato dalle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). Lo riferisce anche l’emittente qatarina al-Jazeera citando fonti militari. L’esercito ha, nello specifico, effettuato raid aerei contro le postazioni dell’Rsf nella capitale e a nord di Khartoum, nel più grande assalto degli ultimi mesi.

Abdel Fattah al-Burhan

In collegamento da Khartoum, Hiba Morgan di al-Jazeera ha dichiarato che l’esercito ha preso il controllo di tre ponti principali, tra cui due che collegano la città di Omdurman alla capitale. Le sue forze “stanno avanzando verso il palazzo presidenziale, dove sono stati segnalati pesanti combattimenti”, ha detto Morgan ieri.

L’esercito ha attaccato diversi siti militari appartenenti alla Rsf, secondo le medesime fonti, e l’aviazione sudanese ha effettuato diversi voli su Khartoum. Secondo i primi bilanci almeno quattro persone sono state uccise e 14 ferite durante i bombardamenti di artiglieria effettuati, che hanno preso di mira quartieri residenziali nel governatorato di Karari, a nord di Omdurman, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero della Sanità dello Stato di Khartoum, Mohamed Ibrahim.

Fonti militari hanno detto che l’assalto era “in programma da mesi”, ha dichiarato Morgan, sotto il frastuono dell’artiglieria e dei jet da combattimento.

Il Sudan è sprofondato nel conflitto nell’aprile 2023, quando le tensioni che da tempo covavano tra il capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan e il leader dell’Rsf Mohamed Hamdan “Hemetti” Dagalo sono scoppiate in un conflitto che finora ha causato più di 10 milioni di sfollati – circa 8,1 milioni di persone all’interno del Sudan, mentre circa due milioni sono state costrette a fuggire dal Paese, secondo i dati delle Nazioni Unite.

Nel frattempo, sempre ieri, anche El Fasher ha continuato ad essere teatro di violenza: almeno 18 persone sono state uccise e più di 40 sono rimaste ferite ieri una granata ha colpito un affollato mercato nella città, secondo quanto riferito da un medico e da alcuni testimoni citati da SudanTribune.

El Fasher, la capitale dello Stato del Darfur settentrionale, è stata oggetto di bombardamenti quasi quotidiani e di attacchi di droni da quando, a metà aprile, è scoppiato il conflitto tra l’esercito e le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). I combattimenti hanno ucciso migliaia di civili in tutto il Paese, sfollato milioni di persone e innescato una crisi umanitaria.

Nessuno ha immediatamente rivendicato la responsabilità dell’attacco, ma i residenti hanno incolpato le Rsf, che da maggio sta combattendo contro l’esercito per il controllo della città.

Un medico dell’ospedale saudita di El Fasher ha dichiarato che almeno 18 persone sono state uccise e 41 ferite. “L’ospedale meridionale e il corpo medico, dove sono state portate le vittime, stanno lottando contro la carenza di rifornimenti a causa del blocco imposto alla città dalle rsf”, ha aggiunto il medico.

Il mercato del bestiame è uno dei pochi ancora funzionanti a El Fasher ed è frequentato ogni giorno da un gran numero di civili. È stato bombardato anche ad agosto, quando più di 15 persone sono rimaste uccise.

Il direttore generale della sanità dello Stato del Nord Darfur, Ibrahim Khater, ha fornito un bilancio più alto, affermando che otto persone sono state uccise e 62 ferite.

Le Rsf ha iniziato a sparare proiettili di artiglieria contro i quartieri meridionali, settentrionali e occidentali di El Fasher all’inizio di ieri, secondo i residenti, in un’escalation di violenze.

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