Il vicepresidente del Movimento di liberazione del popolo sudanese Ismail Jallab ha chiesto al Consiglio militare di transizione di liberare gli attivisti arrestati e ha invitato la comunità internazionale a «non lasciare il Sudan al Consiglio militare». L’appello è stato lanciato durante una conferenza stampa che si è tenuta ieri, 6 giugno, a Khartoum.
Jallab ha descritto l’arresto del vicecapo del Movimento di liberazione del popolo sudanese-Nord (Splm-N) Yaser Aramn, mercoledì, come «umiliante e barbaro», così come una violazione dei diritti umani. Arman, che era da poco tornato a Khartoum dopo aver trascorso anni in esilio, è stato picchiato da uomini armati prima di essere portato in una località sconosciuta. L’esercito non ha commentato.
«Invito la comunità internazionale e le organizzazioni per i diritti umani nel mondo a non lasciare il Sudan al Consiglio militare – ha detto –. Non c’è legge in Sudan».
Il Sudan è precipitato in una crisi politica dopo il rovesciamento dell’ex presidente Omar al-Bashir, in seguito alle proteste di massa contro il suo governo trentennale. Migliaia di manifestanti si sono accampati fuori dal ministero della Difesa, chiedendo una transizione dal dominio militare a quello civile. Lunedì, le forze di sicurezza sudanesi hanno attaccato i manifestanti e ucciso decine di persone.