Sudan: attacchi Rsf, migliaia di nuovi sfollati

di AFRICA

Una nuova ondata di violenza ha colpito il Darfur, con migliaia di persone costrette a fuggire dalle proprie case a causa degli attacchi delle Rapid Support Forces (Rsf). Secondo quanto riferito dal Displacement Tracking Matrix, circa 3.960 famiglie sono state sfollate da diversi villaggi nella località di El Fasher, nel Darfur settentrionale, negli ultimi giorni. L’escalation di violenza è iniziata tra venerdì e sabato, con attacchi delle Rsf che hanno causato morti, rapimenti, furti di beni personali e distruzione di abitazioni.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha confermato lo sfollamento di numerose famiglie dall’area di Burush, nella località di Umm Keddada, sempre nel Darfur settentrionale, a seguito degli attacchi delle Rsf. Testimoni oculari hanno riferito a Radio Dabanga che almeno 70 civili sono stati uccisi in un attacco al quartier generale dell’unità amministrativa di Burush sabato scorso. L’attacco, condotto con un massiccio dispiegamento di uomini e mezzi militari, è durato oltre cinque ore e ha visto l’utilizzo di armi leggere e pesanti.

Solo una settimana fa, 40 civili avevano perso la vita in un precedente attacco delle Rsf al villaggio di Jebel Halla, vicino all’unità amministrativa di Burush. Questo tragico bilancio porta a 100 il numero di civili uccisi in una sola settimana nella regione.

La violenza non si è limitata a queste aree. Il Dtm ha anche segnalato lo sfollamento di circa 378 famiglie dal villaggio di Abuniya e da altri villaggi nella località di Dar El Salam, nel Darfur settentrionale, a seguito di un attacco delle Rsf. Anche in questo caso, si segnalano vittime civili, tra morti e feriti.

Infine, oltre duecento famiglie provenienti dalla località di Kabkabiya, nello Stato del Darfur settentrionale, sono fuggite a Zalingei, nello Stato del Darfur centrale, per sfuggire ai bombardamenti aerei e agli scontri. Gli sfollati, per lo più donne e bambini, vivono in condizioni precarie nel campo di Al-Hamdija, dove mancano ripari, cibo e acqua.

Le Rsf non hanno ancora rilasciato commenti in merito a queste accuse.

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