Il presidente del Sudan Omar al-Bashir, alla ricerca di sostegno internazionale dopo settimane di proteste contro il suo governo, ha annunciato che riaprirà il confine con la vicina Eritrea (chiuso un anno fa).
Nelle scorse settimane, le forze di sicurezza sudanesi hanno usato gas lacrimogeni per disperdere le proteste nella capitale Khartoum e altrove giovedì. Un portavoce della polizia ha detto che si sono registrati «alcuni raduni illegali», ma il paese è generalmente tranquillo. Ma, secondo le organizzazioni che difendono i diritti umani, dozzine di persone sono state uccise. Le proteste, iniziate per protestare contro l’aumento dei prezzi, si sono trasformate in manifestazioni contro Bashir e il suo potere trentennale.
Rivolgendosi a una folla di sostenitori durante una visita a Kassala, vicino al confine con l’Eritrea, Bashir ha detto che i confini con «i fratelli eritrei» saranno presto riaperti. «Annuncio qui, da Kassala, che stiamo aprendo il confine con l’Eritrea perché sono nostri fratelli e il nostro popolo. La politica non ci dividerà», ha aggiunto.
Il Sudan ha chiuso il confine dal gennaio 2018, dopo che Bashir ha annunciato uno stato di emergenza di sei mesi nelle regioni di Kassala e del Kordofan settentrionale per contrastare il traffico di armi e alimenti.
Nei giorni scorsi, Bashir ha visitato il Qatar e l’Egitto. Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Kuwait hanno espresso sostegno al leader di Karthoum.
Mentre Bashir parlava, nuove dimostrazioni sono scoppiate in varie parti di Khartoum e Omdurman, la metà della capitale sulla sponda opposta del Nilo, così come in altre città.
Testimoni hanno detto che le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni contro centinaia di manifestanti che urlavano slogan contro l’amministrazione di Bashir nel quartiere di Abbasiya a Omdurman.