Sudan: bisogni enormi, serve maggiore risposta umanitaria

di AFRICA
bambini

di Tommaso Meo

A quasi un anno dall’inizio del conflitto in Sudan, scoppiato il 15 aprile del 2023, Medici Senza Frontiere (Msf) lancia l’allarme per la situazione nel Paese: gli aiuti umanitari sono del tutto insufficienti per far fronte agli enormi bisogni della popolazione e c’è bisogno urgentemente di un massiccio aumento della risposta umanitaria.

“La crisi in Sudan è una delle peggiori che il mondo abbia visto da decenni. Ci sono livelli estremi di sofferenza in tutto il Paese, i bisogni crescono di giorno in giorno, ma la risposta umanitaria è profondamente inadeguata”, ha dichiarato ieri Christos Christou, presidente internazionale di Msf da poco rientrato dal Sudan, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Nairobi, in Kenya. “In molte delle aree in cui lavoriamo, siamo l’unica organizzazione umanitaria presente. Per una crisi di questa portata è inimmaginabile e inaccettabile, e questo livello di negligenza internazionale è scioccante”, ha continuato Christou. “Come Msf esortiamo le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie a raddoppiare gli sforzi per fornire assistenza alla popolazione del Sudan”.

Fin dall’inizio della guerra, e in particolare negli ultimi sei mesi, gli aiuti umanitari verso le aree di grande bisogno sono stati spesso bloccati. Questo “sta avendo un impatto devastante sulla vita di milioni di persone in tutto il Paese”, ha continuato il medico. “Molte delle nostre strutture sono a corto di forniture: al Turkish Hospital di Khartoum, ad esempio, è rimasto solo il 20% delle scorte e abbiamo già esaurito l’artesunato, farmaco essenziale per il trattamento della malaria”. In tutto il Paese meno di tre ospedali su dieci sono ancora funzionanti.

Le conseguenze indirette della guerra sulla salute della popolazione sono state altrettanto devastanti. Le cattive condizioni di vita, la mancanza di accesso all’acqua potabile, la mancanza di vaccinazioni e di accesso all’assistenza sanitaria hanno creato le condizioni per esacerbare le malattie e l’insorgenza di focolai. Le équipe di Msf hanno registrato più di 100.000 casi di malaria, curato più di 2.000 persone per il colera e registrato diverse migliaia di casi di morbillo. Le donne incinte sono particolarmente colpite dalla mancanza di accesso all’assistenza sanitaria: nell’ultimo anno, Msf ha assistito più di 8.400 parti e ha effettuato 1.600 parti cesarei.

Anche la malnutrizione è un bisogno critico e crescente e Msf fa sapere di avere ha supportato il trattamento di oltre 30.000 casi di malnutrizione acuta in un anno. In Darfur settentrionale, nel campo di Zamzam i tassi di malnutrizione hanno raggiunto la soglia d’emergenza specialmente tra i bambini ed è allarmante il numero totale di decessi giornalieri.

“I pazienti muoiono a causa delle ferite provocate dalla violenza e di malattie prevenibili, i bambini muoiono a causa della malnutrizione. I vaccini si stanno esaurendo e sono già scoppiati focolai di malattie mortali come il colera e il morbillo. I dati sono estremamente allarmanti e ci aspettiamo che la situazione peggiori,” ha detto Christou. “Le previsioni sull’insicurezza alimentare sono estremamente preoccupanti anche per il resto del Paese. Questi sono solo alcuni indicatori medici degli immensi bisogni basati sulle poche aree in cui Msf è in grado di accedere e rispondere, ma sappiamo che questa è solo la punta dell’iceberg. I bisogni in tutto il Paese sono enormi e in gran parte non soddisfatti”.

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