In 14 aree del Sudan c’è la possibilità concreta di una carestia se la guerra iniziata nell’aprile dello scorso anno dovesse aggravarsi. L’allarme è del Programma Alimentare Mondiale che ieri ha definito quella sudanese la crisi di sicurezza alimentare più grande al mondo.
Le aree più a rischio sono situate nella capitale Khartoum, nelle regioni del Darfur e del Kordofan e nello Stato di El Gezira, luoghi che hanno visto i combattimenti più pesanti, si legge in un aggiornamento della Classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare (Ipc).
Il numero di persone in piena insicurezza alimentare nel periodo di magra fino a settembre, quando è disponibile una quantità minore di cibo raccolto, è aumentato del 45%, raggiungendo i 25,6 milioni, ovvero più della metà della popolazione, secondo l’Ipc.
Circa 8,5 milioni di persone – quasi un quinto della popolazione – si trovano ad affrontare carenze alimentari che potrebbero causare malnutrizione acuta e morte o richiedere strategie di emergenza.
La guerra tra l’esercito sudanese e le Forze di Supporto Rapido (Rsf) è scoppiata più di 14 mesi fa nella capitale e si è rapidamente diffusa in altre parti del Paese.
Ha scatenato violenze di matrice etnica nella regione occidentale del Darfur, ha causato la più grande crisi di sfollamento interno del mondo e ha diviso il controllo del Paese tra i due contendenti.