Sudan – Collera anti-Bashir. Oggi attesa nuova protesta

di AFRICA

Nuove manifestazioni si sono tenute venerdì dopo la preghiera in diverse città dello stato di Khartoum in Sudan per chiedere le dimissioni del presidente Omar al-Bashir. Lo riporta l’agenzia InfoAfrica, che ricorda come alcuni gruppi di opposizione già giovedì avevano chiamato la gente a manifestare il giorno seguente per mantenere la pressione sul governo, in vista di un’altra grande manifestazione che oggi dovrebbe portare i manifestanti a recarsi fin sotto la sede della presidenza sudanese per chiedere al capo di Stato al-Bashir di lasciare l’incarico. Il Capo di Stato sudanese proprio giovedì aveva cercato di calmare gli animi con un discorso in conferenza stampa, che pere però non aver sortito effetto.

Le manifestazioni di venerdì sono avvenute a Khartoum, Khartoum North e Omdurman. Gli osservatori concordano sul fatto che la più importante è stata nel quartiere Wad Nubawi di Omdurman, dove si trova la moschea Al-Ansar, storicamente vicina al Partito Umma e guidata dal suo leader Sadiq al-Mahdi.

La polizia antisommossa è intervenuta, disperdendo i manifestanti con i gas lacrimogeni. Molte testimonianze ieri hanno evidenziato come il numero di manifestanti presenti ai cortei di ieri in tutta la capitale sia apparso più basso rispetto alle precedenti proteste. Una sensazione confermata anche dagli organizzatori i quali hanno spiegato la minore presenza con il fatto che alcune forze politiche e sociali hanno suggerito di concentrarsi solo sulla mobilitazione organizzata per oggi.

Altre fonti evidenziano inoltre come il governo abbia lavorato per porre fine alla carenza di pane e per controllarne il prezzo, sottolineando come in questa mossa sia stato decisivo il sostegno fornito da un non meglio precisato uomo d’affari russo che avrebbe contribuito a risolvere la carenza di farina di frumento.

La scorsa settimana le organizzazioni della società civile hanno denunciato l’arresto di almeno nove leader e attivisti dell’opposizione nelle proteste anti-governative che, secondo stime ufficiali, hanno provocato la morte di almeno 19 persone (22 secondo l’opposizione). Dopo le manifestazioni del gennaio 2018, nuove proteste contro il governo sono scoppiate il mese scorso contro l’aumento del prezzo del pane e del carburante dovuto alla carenza di beni di prima necessità.

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