Mentre il conflitto in Sudan è entrato nel suo quarto mese, sono stati segnalati aspri combattimenti tra l’esercito regolare e le Forze di supporto rapido (Rsf) anche a Khartoum, Omdurman e Bahri, le tre città che formano la capitale del Paese.
Testimoni oculari a Khartoum hanno affermato che l’esercito ha condotto gli attacchi aerei “più pesanti” finora contro le posizioni delle Rsf in diverse aree. In questi combattimenti l’esercito ha dichiarato di aver ucciso almeno 18 combattenti delle Rsf.
Nella città di El-Obeid, capitale dello stato del Nord Kordofan, un corrispondente di Al Jazeera ha riferito che aerei da guerra hanno bombardato oggi obiettivi delle Rsf nel sud e nell’ovest della città. Già ieri sera si sono verificati scontri con armi pesanti e raid, a cui le Rsf hanno risposto con la contraerea. Da quando è scoppiata la guerra, a metà aprile, l’esercito e le Rsf stanno cercando di prendere il controllo dell’aeroporto della città e della base aerea di Chikan.
Nuovi scontri sono stati segnalati anche a Nyala, la capitale dello stato del Darfur meridionale.
Il governatore della regione sudanese del Darfur, Minni Arko Minnawi, ha rinnovato il suo appello ai civili locali affinché imbraccino le armi, affermando che “la situazione attuale lo richiede”, ha riferito Al Arabiya. Minnawi aveva già chiesto nelle scorse settimane ai suoi cittadini di difendersi da soli dalle violenze, anche su base etnica, che stanno colpendo la regione occidentale del Paese.
Minnawi ha aggiunto, secondo quanto riportato, che la sua amministrazione sta guidando gli sforzi per fermare i combattimenti tra le forze di supporto rapido (Rsf) e l’esercito, in particolare nel Darfur, che durano da metà aprile. Il governatore ha affermato di aver parlato con i comandanti dell’esercito e delle Rsf per assicurarsi che la guerra non si trasferisca nella regione e ha invitato entrambe le parti in conflitto in Sudan a sedersi al tavolo dei negoziati e a fare sacrifici per la pace.
Youssef Ezzat, consigliere politico del comandante della Rsf, ha dichiarato che parteciperà a una riunione consultiva sul Darfur in Togo. Ezzat ha sottolineato – in un tweet – la posizione dei paramilitari: contrastare qualsiasi piano per far precipitare il Darfur in un conflitto tribale. (