Da sette mesi la città di El Fasher, capitale del Nord Darfur, è teatro di violenti combattimenti e resta l’ultima grande città della regione ancora controllata dall’esercito sudanese. La città è assediata dai paramilitari delle Rapid Support Forces (Rsf), e secondo un recente rapporto dell’Università di Yale potrebbe cadere da un momento all’altro sotto il loro controllo.
Il laboratorio umanitario dell’Università di Yale ha evidenziato che le Rsf hanno intensificato l’assedio, avanzando su tre fronti strategici attorno alla città: il quartier generale dell’esercito nel centro di El Fasher, la vicina base aerea e la strada che conduce al campo profughi di Zamzam, situato a sud della città.
Immagini satellitari pubblicate dall’università mostrano danni diffusi in tutta l’area: il quartier generale dell’esercito, edifici vicini, una moschea, il mercato principale, una scuola elementare e abitazioni nei quartieri residenziali sono stati colpiti. Lunedì, secondo fonti della stampa sudanese, almeno nove civili hanno perso la vita sotto l’artiglieria pesante delle Rsf che ha colpito diverse aree abitate.
Le immagini satellitari mostrano anche un aumento del numero di sfollati nel campo profughi di Zamzam, rifugio per migliaia di civili in fuga dai conflitti nella regione. Le organizzazioni umanitarie esprimono crescente preoccupazione: El Fasher e il campo di Zamzam sono stati fino ad ora un rifugio per i civili, e si teme il rischio di gravi abusi se la città dovesse cadere sotto il controllo delle forze paramilitari.