La guerra in Sudan sta alimentando “un’emergenza umanitaria di proporzioni epiche”, mentre il conflitto minaccia “di consumare l’intero Paese”. A dirlo è Martin Griffiths, capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite in una dichiarazione rilasciata oggi.
Secondo quanto afferma Griffiths, i combattimenti che da metà aprile interessano la capitale Khartoum e il Darfur si sono estesi anche al Kordofan: “Nella capitale del Kordofan del Sud, Kadugli, le scorte alimentari sono state completamente esaurite”, ha detto, e in quella del Kordofan occidentale, El Fula, “gli uffici umanitari sono stati saccheggiati e le forniture saccheggiate”. Griffiths si è detto anche “estremamente preoccupato per la sicurezza dei civili nello stato di Al Jazira”, definito “il granaio del Sudan”.
Nella sua dichiarazione Griffiths ha poi ricordato la mancanza di cibo e cure mediche per milioni di persone che non hanno ancora lasciato il Paese e che sono esposte anche al contagio di virus. Parlando dei minori, il capo umanitario Onu ha affermato che il conflitto “porterà quasi certamente alla perdita di una generazione di bambini” che non hanno accesso all’istruzione e subiranno traumi psichici e fisici.
A peggiorare la situazione umanitaria si aggiunge il dato diffuso dalla Croce Rossa: solo il 7% dell’appello da 45 milioni di dollari per fornire assistenza umanitaria urgente alle popolazioni del Sudan è stato ricevuto dalle agenzie competenti. Lo ha affermato Jagan Chapagain, segretario generale della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Oltre 3,4 milioni di persone sono state sfollate all’interno del Sudan e più di un milione sono fuggite nei Paesi vicini, da quando è scoppiata la guerra ad aprile tra l’esercito di Abdel Fattah Burhan e i paramilitari di Mohammed Hamdan Daglo a Khartoum e in altre città.