Il governo sudanese e il Sudan Revolutionary Front (SRF), un’alleanza di gruppi ribelli della regione occidentale del Darfur e degli Stati meridionali del Sud Kordofan e del Nilo Azzurro, hanno firmato oggi un accordo di pace a Juba, capitale del vicino Sud Sudan, che ha ospitato i negoziati di pace sin dalla fine dello scorso anno. Ne ha dato notizia l’emittente araba Sky News Arabia, citando l’agenzia Reuters, secondo cui l’intesa, raggiunta sabato 29 agosto, intende porre fine a 17 anni di conflitto. La cerimonia formale di firma dell’accordo, definito dal premier sudanese Abdallah Hamdok (in foto) «l’inizio della costruzione della pace», coinvolge i cinque principali gruppi ribelli del Paese africano, tra cui il Justice & Equality Movement (JEM), il Sudan Liberation Army (SLA) di Minni Minawi, entrambi attivi in Darfur, e il Sudan People’s Liberation Movement-North (SPLM-N) di Malik Agar, presente in Sud Kordofan e nella regione del Nilo Azzuro. Tuttavia, due movimenti hanno rifiutato di firmare l’intesa: una fazione del Sudan Liberation Movement, guidata da Abdelwahid Nour, e un’ala del Sudan People’s Liberation Movement-North (SPLM-N), controllata da Abdelaziz al-Hilu.
Vari accordi simili, firmati in Nigeria nel 2006 e in Qatar nel 2010, sono falliti nel corso degli anni. Secondo le Nazioni Unite, circa 300.000 persone sono rimaste uccise solo in Darfur dall’inizio dell’insurrezione nel 2003.