di Maria Scaffidi
Ha superato la drammatica cifra di tre milioni il numero di sfollati causati dal conflitto in corso in Sudan. Una cifra a cui si è arrivati dopo tre mesi di violenze che hanno interessato diverse parti del Paese.
Di questi tre milioni, secondo dati resi noti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), 2,3 milioni circa sono sfollati interni, mentre altre 700 mila sono fuggiti nei Paesi vicini.
Secondo la stessa fonte, la maggior parte degli sfollati in Sudan è fuggita dallo stato di Khartoum (67%) e dal Darfur (33%) verso Northern state (16%), Fiume Nilo (14%), Darfur occidentale (7%) e Nilo Bianco. Il cibo, l’accesso ai servizi sanitari e ai beni di prima necessità rimangono gravemente carenti. Mentre la maggior parte degli sfollati vive con le comunità ospitanti, oltre 280.000 di loro attualmente vivono in campi profughi, edifici pubblici e rifugi improvvisati, in particolare nello stato del Nilo Bianco.
Movimenti sono stati osservati attraverso il confine con Egitto (40%), Ciad (28%), Sud Sudan (21%), Etiopia e Repubblica Centrafricana. Delle oltre 697.000 persone che sono entrate nei Paesi vicini, il 65% sono sudanesi e si stima che il 35% siano rimpatriati e cittadini di paesi terzi. La maggior parte si trova in condizioni estremamente precarie.
La continua escalation della violenza, riferisce Oim, sta aggravando una situazione umanitaria già disastrosa nel Paese e nella regione. Almeno 24,7 milioni di persone – circa la metà della popolazione del Sudan – ha urgente bisogno di aiuti umanitari e protezione; un terzo di queste persone si trova in Darfur, dove la situazione si sta drammaticamente deteriorando.
“L’Oim ribadisce la richiesta di un cessate il fuoco permanente e la rimozione degli impedimenti burocratici, per garantire corridoi umanitari sicuri e garantiti e consentire la consegna di aiuti alle persone in aree difficili da raggiungere” ha affermato il direttore regionale di Oim Mena, Othman Belbeisi.
Nell’ambito della risposta alla crisi del Sudan e dei paesi vicini, le operazioni sono aumentate in Sudan, Ciad, Sud Sudan, Etiopia, Egitto, Libia e Repubblica Centrafricana. In Sudan è arrivato a Port Sudan un gran numero di container con generi di prima necessità, da distribuire attraverso i partner e la pipeline umanitaria comune.
In Ciad sono state raggiunte con assistenza oltre 22.400 persone; in Sud Sudan oltre 37.900 persone sono state raggiunte con Onward Transportation Assistance (Ota); in Etiopia oltre 48.500 persone sono state raggiunte con assistenza multisettoriale; in Egitto sono state raggiunte oltre 20.800 persone con assistenza diretta e distribuzione di beni di prima necessità, e in Libia l’Oim si sta preparando per la distribuzione di beni non alimentari e kit igienici preposizionati ad Al Kufra.