Nessun accordo tra il governo del Sudan e i gruppi armati attivi in Darfur, Blue Nile e Kordofan. Le due parti sono ancora lontane sulle modalità di partecipazione al potere a livello nazionale.
Nella riunione che si è tenuta all’inizio della settimana, i gruppi ribelli hanno richiesto che vengano loro destinati quattro seggi al Sovrano consiglio, tra cui un vicepresidente, nove portafogli ministeriali, cinque ministri di Stato federali e 140 seggi nel parlamento di transizione.
Parlando dopo l’incontro di Khartum, il portavoce della delegazione governativa Mohamed Hassan Eltaishi ha sottolineato che la partecipazione di tutti i sudanesi alle istituzioni nazionali è un problema importante e ha sottolineato la necessità di una partecipazione equilibrata al processo decisionale nel Paese. Ha inoltre aggiunto che l’inclusione dei gruppi armati nelle istituzioni del periodo di transizione è una delle garanzie essenziali per l’attuazione di un serio accordo di pace. Tuttavia, il funzionario, che è anche membro del Sovrano Consiglio, ha sottolineato la necessità di ulteriori consultazioni tra le due parti su questo tema, che ha definito «complesso». Il governo nella sua risposta, secondo quanto riporta il Sudan Tribune, ha proposto di assegnare ai gruppi armati due seggi nel Sovrano Consiglio, quattro ministeri federali e 50 seggi nell’Assemblea legislativa di transizione.
Governo e gruppi armati avrebbero dovuto firmare un accordo di pace il 20 giugno, ma non sono riusciti a rispettare la scadenza. Le parti hanno però concordato che si incontreranno nuovamente nelle prossime settimane.