Il 3 ottobre i principali movimenti ribelli sudanesi firmeranno ufficialmente l’accordo di pace con il governo di Khartoum. Lo hanno confermato i membri del team di mediazione. Ruben Malek, il vice ministro sud-sudanese della Difesa, che fa anche parte del team, ha detto che l’intesa riporterà la pace in tutto il Sudan. «L’accordo finale sarà siglato a Juba – ha spiegato -. L’invito alla cerimonia è già stato esteso dal presidente sudsudanese a molti inviati inviati e a tutti i capi di Stato nella regione».
Ad agosto, il governo di transizione del Sudan e gruppi ribelli armati hanno siglato la bozza di accordo in attesa della firma finale.
«Tutti i principali gruppi ribelli che operavano in Darfur, nel Kordofan meridionale e del Nilo azzurro hanno firmato – osserva Malek -. Manca solo Abdu Al Wahid Mohamed al-Nuor e del suo Movimento di liberazione del Sudan. Esorto le organizzazioni internazionali a intervenire in un modo o nell’altro per convincere Abdu Al Wahid a firmare in modo che la pace sudanese diventi un processo inclusivo».
Gli accordi di pace aprono un processo di riconciliazione dopo quasi due decenni di guerra civile e comprendono il ritorno in patria dei milioni di sfollati a causa della guerra, la concessione di un’autonomia amministrativa agli stati del Darfur Occidentale, del Kordofan Meridionale e del Nilo Azzurro e l’integrazione delle forze militari degli ex ribelli all’interno dell’esercito sudanese entro un periodo di 39 mesi. L’accordo, composto da sette protocolli, prevede anche la regolamentazione delle terre tradizionalmente utilizzate dalle comunità tribali.
Secondo le Nazioni Unite, in Darfur, dall’inizio del conflitto fra ribelli e forze governative, nel 2003, sarebbero state uccise più di 300mila persone. La guerra nel Kordofan Meridionale e nel Nilo Azzurro è iniziata invece nel 2011 a seguito di conflitti mai risolti durante la precedente guerra civile sudanese del 1983-2005.
La caduta del regime di al-Bashir nel 2019 e l’insediamento del nuovo governo presieduto dall’ex funzionario dell’Onu Abdalla Hamdok hanno dato il via a un rinnovamento e a una stabilizzazione politica del Sudan sicuramente più coerente con un percorso di pace credibile. Sarà la volta buona?
(Enrico Casale)