Più di 700.000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni in Sudan per sfuggire ai combattimenti tra esercito e paramilitari delle Forze Rapide di supporto (Rsf). A riferire il dato, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra, è stata oggi l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). Altre 150.000 hanno superato le frontiere sudanesi.
La tendenza è dunque di un aumento del numero degli sfollati: solo la scorsa settimana l’Oim aveva riferito di 340.00 sfollati interni, numero più che raddoppiato in pochi giorni.
Chi fugge si porta dietro quanto è possibile, ma nel Paese comincia a mancare di tutto, a partire dal carburante. Durante la stessa conferenza stampa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che 604 persone sono state uccise e più di 5.000 ferite dallo scoppio delle violenze del 15 aprile tra le fazioni rivali.
Secondo concordanti fonti di stampa, migliaia di persone stanno cercando di lasciare Port Sudan su barche dirette in Arabia Saudita, pagando costosi voli commerciali attraverso l’unico aeroporto funzionante del Sudan, o utilizzando voli messi a disposizione da organizzazioni internazionali.
Le stanze a Port Sudan costano fino a 100 dollari a notte, troppo per molti dei rifugiati che sono costretti a dormire all’addiaccio nei parchi pubblici, sotto gli alberi e fuori dagli edifici governativi.
Le cliniche gestite dalla Mezzaluna Rossa sudanese a Port Sudan stanno registrando circa 400 casi al giorno, soprattutto siriani e yemeniti.